ASSARMATORI, di fronte a una crisi che è ormai strutturale, si è rivolta così direttamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai Ministri delle Infrastrutture e Trasporti, dello Sviluppo Economico, dell'Economia e dei Beni Culturali, oltre che ai Presidenti delle Regioni Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Marche, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
L'Associazione, che raggruppa i principali gruppi armatoriali italiani e con interessi prevalenti nel nostro Paese, ha chiesto quindi che il Governo "estenda alle aziende del comparto marittimo oggi non rientranti tra quelle beneficiarie dei dispositivi previsti dall'art. 57 del DPCM 17 marzo 2020 ma comunque colpite dall'emergenza epidemiologica, le misure di supporto alla liquidità mediante i meccanismi di garanzia previsti dallo stesso art. 57 del DPCM 17 marzo 2020, n. 18, vigilando affinché gli istituti di credito adottino le procedure per l'effettiva erogazione degli strumenti finanziari necessari a supportare la continuità` operativa delle medesime"
"Non c'è tempo da perdere – ha dichiarato il Presidente di ASSARMATORI, Stefano Messina - in quanto senza interventi compensativi in tempi brevi è a rischio la sopravvivenza stessa delle aziende di navigazione italiane operanti sul cabotaggio, le Autostrade del Mare e nei collegamenti con le isole".
Nella comunicazione, ASSARMATORI, che aderisce a Conftrasporto-Confcommercio, sottolinea che il segmento passeggeri del trasporto marittimo abbia di fatto azzerato i suoi ricavi ma continui a garantire i collegamenti per non interrompere gli approvvigionamenti di merci vitali. Osserva peraltro che alle compagnie non si può pretendere a lungo che l'onere di garanzia dei servizi sia sostenuto senza un adeguato aiuto dello Stato.
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