Lega Basket, Gandini: «16 maggio data limite per ripartire. Rischiamo di perdere 40 milioni di euro»

Lega Basket, Gandini: «16 maggio data limite per ripartire. Rischiamo di perdere 40 milioni di euro»
di Marino Petrelli
4 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Marzo 2020, 21:25 - Ultimo aggiornamento: 21:26
“Non c’è nessun tentativo di anticipare le decisioni politiche e soprattutto sanitarie. La nostra priorità è quella di mettere in sicurezza l’intero movimento del basket italiano. Se ci sarà la possibilità di ripartire abbiamo fatto presente che il 16 maggio è la data limite per riprendere a giocare e l'ultima il 30 giugno. Se oggi dovessi scegliere quale figlio salvare, penserei senza dubbio al 2020/21, ovvero alla prossima stagione”. Umberto Gandini, da pochi giorni presidente della Lega Basket con pieni poteri, lo dice chiaramente in una lunga video conferenza. E aggiunge: "Lo scudetto? Non spetta alla Lega assegnarlo. Se non sarà assegnato, tutte le squadre saranno informate". Meglio dunque guardare alla stagione prossima come “l’anno zero”, sia dal punto di vista sportivo che per il maggiore impatto di comunicazione e soprattuto con la stabilità finanziaria per tutte le partecipanti alla serie A. 

Molti i punti toccati. Subito un tema scottante: porte chiuse o aperte? “Il sistema basket ha i maggiori ricavi da botteghino e sponsor collegati al pubblico. I presidenti di Serie A sono divisi su due fronti, quasi metà e metà sulle porte aperte o chiuse. E' chiaro che senza pubblico sarebbe un danno, ma se ci fosse anche una possibilità di ripartire, ben vengano anche le porte chiuse". Peggio potrebbe andare senza più partite. Il danno economico, secondo il tavolo di lavoro istituito dalla Lega, ammonterebbe a circa 40 milioni di euro, una cifra al limite del default.

"Come situazione economica, il basket italiano è paragonabile alla serie C del calcio, una cifra del genere non sarebbe sostenibile. Da ieri siamo affiancati da Deloitte in qualità di advisor per capire meglio come muoverci in questo campo molto delicato - spiega Gandini -. Sicuramente qualcosa il Governo dovrà concedere al basket italiano, che secondo la Legge Melandri, è l'unico sport professionistico, insieme al calcio. Vediamo sotto quale formula: agevolazioni o sgravi fiscali, concessioni di crediti di imposta, assunzione di una mutualità di sistema. Al 30 giugno dobbiamo anche ridiscutere i diritti televisivi e vogliamo ottenere il massimo possibile. Non ho al momento la percezione di squadre in difficoltà, al 29 febbraio la Com.Te.C ha certificato la regolarità di tutte e 17, la prossima scadenza sarà metà aprile. Capiremo se ci sono novità. Certamente, chiudere anticipatamente la stagione potrebbe avere ripercussioni sui bilanci di diverse squadre e sul basket nel suo complesso".

E se lo Stato decidesse di non aiutare il basket italiano, esisterebbe un paracadute? "Ora le priorità sono altre nel paese, noi come sport possiamo solo dare una mano - aggiunge -. Non vogliamo sovvenzioni una tantum, ma ragionare per norme che stabilizzino i ricavi e ci permettano di avere maggiori potere e maggiore appeal anche verso nuovi sponsor. Se nessuno ci aiuterà dobbiamo essere bravi a trovare i soldi che ci sono in giro per lo sport e chiedere aiuto alla finanza mondiale. Ma dobbiamo essere bravi noi stessi a offrire un prodotto ancora più appetibile, creando maggiori influencer tra le squadre, siano giocatori stranieri o italiani, esplorando ancora di più i social, aprendo a sempre più partner pubblicitari digital e lavorando su interattività, giovani e nuovi feedback"

LE DATE LIMITE, 16 MAGGIO E 30 GIUGNO

Il 30 giugno come data ultima, il 16 maggio quella, presumibilmente, per ricominciare. “Queste date sono due date limite. Il 16 maggio potrebbe essere un giorno utile, possibile, non probabile, per permettere alle squadre di tornare ad allenarsi almeno una settimana, dieci giorni prima e poi essere pronti a tornare a giocare - dice Gandini, rispondendo ad una nostra domanda -. Da dove ripartire non lo sappiamo, il punto zero potrebbe essere la classifica del girone di andata, poi capiremo che formula adottare per completare il campionato. Per quanto riguarda il 30 giugno, intanto è la data della scadenza naturale dei contratti, che possono sicuramentepoi vorremmo pensare di non arrivare a luglio perché giocare in alcuni palasport potrebbe creare problemi dal punto di vista delle performance sportive. Aggiungo che, a differenza del calcio, non vorrei chiudere la stagione troppo avanti altrimenti sarebbe compromessa anche la stagione prossima, che dovrà portarci agli Europei, al pre olimpico e, speriamo alle Olimpiadi”.

Ad oggi sono 52 i giocatori che hanno lasciato, a vario titolo, le proprie società. Vederli tornare sarà difficile. Solo Sassari, che ha ultimato la quarantena fiduciaria di ritorno da Burgos, e Venezia hanno i roster al completo. “ E’ un tema molto attuale, molti giocatori hanno fatto scelte ben precise e anche alcune società. Chi ha già provveduto a risoluzioni contrattuali anticipate se ne assumerà le responsabilità e difficilmente potrà provvedere a sostituirli. Per gli altri valuteremo caso per caso - concluide il numero uno della Lega -. Sicuramente, i giocatori dovranno fare la loro parte, anche quelli che hanno manifestato a titolo personale alcuni dubbi sul continuare o meno. I roster saranno necessariamente stravolti rispetto al 7 marzo, se e quando si riprenderà chiederemo un cambiamento delle DOA e qualche concessione alle società. Poi è chiaro che servirà regolare allenamenti e ritmi nuovi e offrire le condizioni giuste anche per i campi di gioco. Non ho avuto tempo per un piano specifico, ci sarà tempo per scenari più ampi".

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA