Il papà Sergio, noto in città, aveva avuto per anni un negozio di materiale scolastico in viale Maraini.
Simone aveva un leggero ritardo cognitivo e problemi dello spettro comportamentale, frequentava da tre anni circa l’associazione di volontariato Il Guazzabuglio.
«Era la nostra mascotte – lo ricorda Nanina Colore, del Guazzabuglio – Il nostro attore, fortissimo nelle scenette teatrali. Insieme facevamo il teatro imperfetto, lavoravamo anche in fattoria didattica con il progetto sperimentale Disagricola, realizzato con Autismo Lazio e rivolto a giovani disabili adulti».
Simone aveva tante passioni, dalle campane, ai vecchi registratori, passando per i giochi della playstation e gli animali, come il cane Cesare, che portava a spasso con il nonno, il gattino Sky o gli orsetti russi, che amava comprare in ogni fiera di Santa Barbara.
Lo piangono i volontari, lo piangono i suoi amici che non potranno neanche tributargli l’ultimo saluto. Alla benedizione della salma, domani al cimitero, ci saranno solo i familiari più stretti, per tutti gli altri il sorriso di Simone resterà per sempre nella più bella scatola dei ricordi.
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