I cestisti e l'emergenza,
Nikolic e la Serbia così vicina
e così lontana: «Anche lì è
un bel casino, a Rieti combatto
​la noia tra play ed esercizi fisici»

Aleksa Nikolic
di Lorenzo Santilli
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Giovedì 26 Marzo 2020, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 11:54
RIETI - Anche a Rieti, il club del patron Cattani ha disposto il rompete le righe e già qualche giocatore è tornato dalle proprie famiglie. Rientro in patria per Cannon e Raffa, mentre tra gli italiani hanno raggiunto le vicine destinazioni, quando era possibile spostarsi tra comuni diversi, solo Stefanelli e Filoni, il resto del gruppo è ancora nel capoluogo sabino. Tra loro c'è anche Aleksa Nikolic, alla sua seconda stagione in maglia Zeus Npc, tra partite alla play e gli esercizi dello staff tecnico cerca di tenersi occupato, provando a battere la noia in qualche maniera.

«Come tutti sono rimasto senza parole: è la prima volta che viviamo una vicenda del genere e dispiace stare fermi - racconta il lungo serbo, che pensa anche alle sorti del campionato - Durante la stagione con la squadra abbiamo fatto tanti sacrifici per raggiungere obiettivi importanti, veniamo da una strada lunga, con mesi di lavoro intensi e non finire la stagione non sarebbe il massimo, ma la salute si mette al primo posto».

Dopo una prima parte di stagione in cui ha faticato a trovare il campo, l’impatto di Nikolic nell’ultimo periodo è stato in crescendo, con prestazioni chiavi e gare di sacrificio, durante le quali il classe 1999 è riuscito ancora una volta a mettere in mostra il proprio potenziale. Nonostante il ritorno in campo appaia sempre più lontano, Nikolic, come gran parte degli atleti a questi livelli è chiamato a tenersi in allenamento costante: «Anche sotto questo punto di vista la sensazione è strana, sembra di stare in vacanza ma non è proprio così. Sto seguendo i programmi dello staff e fino a quando si poteva andavo a tirare al campetto vicino casa, ora esco solo per fare la spesa».

L'emergenza sanitaria globale pian piano sta colpendo tutti i paesi ed è già arrivata in Serbia, quindi Aleksa, è consapevole che i tempi di un pronto ritorno a casa saranno ancora lunghi, non resta così che guardare da Rieti l'evolversi della situazione: «Amano l'Italia e fin da subito sono stati solidali con scritte d'affetto e gesti simili, a partire da Belgrado, la mia città - ci racconta Nikolic, mentre sulla situazione in patria - Anche in Serbia sta uscendo un bel casino, i contagi aumentano a vista d'occhio e resto in contatto con la mia famiglia che mi aggiorna costantemente. Anche lì non si può più uscire di casa, ma speriamo tutto questo finisca presto».  
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