Coronavirus Roma, guarita la famiglia di Fiumicino: «Trattati come untori ora costretti ad andare via»

Coronavirus Roma, guarita la famiglia di Fiumicino: «Trattati come untori ora costretti ad andare via»
di Mirko Polisano
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Giovedì 26 Marzo 2020, 09:42

«Ci hanno trattato come untori, stiamo pensando di andare via da qui». A parlare è la famiglia di Fiumicino colpita dal coronavirus a fine febbraio che ha confessato il proprio disappunto ad alcuni vicini di casa. Le tre persone contagiate, la donna che era andata ad assistere il padre a Bergamo, il marito e la loro bambina che erano risultati positivi al test a fine febbraio ora sono tutti e tre negativi: sono completamente guariti e hanno fatto rientro nella loro abitazione dell’Isola Sacra.

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«L’importante ora è che stiamo tutti bene», dice G. E., la 38enne cameriera in un ristorante di Fiumicino. «Abbiamo usato tutte le precauzioni del caso - avrebbe detto la famiglia ad alcuni vicini - ma purtroppo il coronavirus ci ha travolti. Siamo comunque stati attenti a non contagiare e a contenere le possibilità di esporre altri al rischio. Ma evidentemente questo non è bastato. Ci sono state persone che nonostante il nostro buon senso e la buona fede ci hanno accusato di essere untori», riferiscono i vicini. La famiglia purtroppo ha dovuto subire anche la gogna social e le offese via web tanto che alcuni consiglieri comunali di Fiumicino, attraverso i loro profili facebook, hanno chiesto di eliminare dai gruppi della comunità cittadina insulti e ingiurie rivolte alla donna e alla sua famiglia. 
 
Forse anche per questo la 38enne avrebbe deciso di uscire dai social network, oscurando il suo profilo facebook. La donna aveva mandato anche un messaggio audio nel gruppo whatsapp delle mamme di scuola per avvertire della sua positività e di quella della figlia al Covid-19. «Non so che cosa dire - diceva la donna nel messaggio - mi hanno fatto altri tamponi e i risultati hanno confermato che ho una polmonite e che purtroppo sono positiva al coronavirus, io e mia figlia. Invece mio figlio e il padre sono negativi. E quindi, per la seconda volta, voglio essere corretta con voi. Sono molto dispiaciuta: adesso sono in isolamento e ho già dato il nome della scuola che adesso verrà avvisata. Comunque mio figlio e il padre sono negativi». I medici, poche ore dopo, avrebbero accertato anche la positività del marito, un anno più grande ed ex impiegato in una ditta di termoidraulica. Lei è stata il primo caso di coronavirus di un residente del Lazio e in particolare in provincia di Roma. La donna, 38 anni, lavora in un ristorante e a metà febbraio è stata due giorni ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, dove avrebbe avuto contatti con una persona contagiata. Tre settimane dopo, la buona notizia. I medici hanno effettuato tutti gli accertamenti del caso per poi dichiarare la negatività al Covid-19 e permettere alla famiglia di rientrare a casa.
 
«A loro va il mio bentornati alla vita di tutti i giorni - ha aggiunto il sindaco di Fiumicino - e alle altre persone che stanno ancora lottando contro il virus va il mio augurio di una completa guarigione». «I dati degli ultimi giorni testimoniano che le misure adottate, se seguite scrupolosamente, portano buoni frutti - ha concluso il primo cittadino -. Perciò continuiamo così perché la crisi è tutt’altro che passata. Continuiamo a restare a casa, a mantenere la distanza di un metro quando non possiamo fare a meno di uscire, a lavarci spesso le mani e a resistere».

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