Coronavirus, Hackett: «A Mosca attendiamo notizie certe. L'Eurolega? Poca fiducia che riparta a breve»

Coronavirus, Hackett: «A Mosca attendiamo notizie certe. L'Eurolega? Poca fiducia che riparta a breve»
di Marino Petrelli
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Mercoledì 25 Marzo 2020, 18:38
Anche la Russia fa i conti con il Coronavirus e lo sport ha deciso di fermarsi dopo che era passato il messaggio che tutto andava bene. A Mosca, nel Cska, gioca Daniel Hackett. Che si diceva sicuro che la situazione fosse sotto controllo. Oggi un pò meno. “Al momento qui sembra tutto sereno, ma vai a capire se ci nascondono qualcosa - ci aveva scritto in un messaggio qualche giorno fa -. Ora sinceramente sono più preoccupato. Usiamo le mascherine, i guanti e tutte le precauzioni e da oggi hanno deciso restrizioni più stringenti dopo una parziale chiusura lunedì scorso. Il 28 marzo avremo nuove indicazioni dal Governo russo e capiremo meglio la situazione. Spero che daranno notizie più certe. L’idea per ora è di restare a Mosca con la mia famiglia. Il fratellino di Victoria, la primogenita, nascerà a fine giugno, ci siamo informati con l’ambasciata russa per tornare a Pesaro attorno alla metà di maggio, quando mia moglie Elisa entrerà nell’ottavo mese. L'intenzione è partorire a casa, sperando che le notizie che arriveranno dalle nostre famiglie non ci costringano a cambiare i nostri programmi. Al momento, grazie a Dio, stanno tutti bene”. 

Proprio a Pesaro, città e provincia che conta al momento il maggior numero totale di decessi (quasi 200) di tutta la Regione Marche, ha dedicato un post su Instagram. “Non mollare Pesaro mia, sappiamo lottare. Il mio pensiero va  alle famiglie che hanno perso i propri cari e a tutti quelli che lottano in prima linea, i dottori, gli infermieri, i volontari. Siete immensi. Torneremo come prima”. Pochi giorni fa il club moscovita, campione d’Europa in carica, ha fatto circolare sul suo profilo twitter le immagini di una partita giocata in palestra di un allenamento in famiglia con tutti i giocatori senza particolari precauzioni e distanze di sicurezza come imposto dal protocollo medico internazionale. E con tanto di addetti al tavolo, operatori televisivi e addirittura qualche spettatore sugli spalti. "Noi ci siamo allenati fino a quando ci hanno detto che era possibile farlo e anche oggi teoricamente potremmo farlo - aggiunge -. Certo, ora staremo più attenti, anche perchè molti giocatori hanno famiglia lontano e non vogliono più rischiare".

EUROLEGA E EUROCUP, IL PIANO PER RIPARTIRE 

Hackett, che ha giocato i Mondiali con la Nazionale in Cina e poi ha annunciato il ritiro dalla maglia azzurra, parla anche dell’Eurolega. Ha senso riprendere? “Ci sono in ballo tante cose anche a livello economico. Ho pochissima fiducia al riguardo, a breve termine non ripartirà nulla. Il fatto che l’Olimpiade sia stata spostata dà qualche speranza per maggio e giugno”. Proprio questa speranze deve aver spinto il Consiglio direttivo degli azionisti di Euroleague, a stabilire che “le competizioni riprenderanno quando la situazione consentirà che ci siano condizioni ottimali di salute e sicurezza per tutti i partecipanti, seguendo le raccomandazioni delle autorità sanitarie competenti e dei governi locali”. L’Eurolega, dunque, non molla e spera ancora in una ripartenza, magari con una compressione della stagione. Molto probabilmente, ha spiegato il board di Eurolega in un comunicato, ciò implicherà la fine oltre le date di maggio originariamente programmate, con una frequenza di gioco potenzialmente ridotta, se necessario. Le stessa priorità verranno applicata alll’Eurocup. 

Eventuali altre soluzioni saranno prese in considerazione solo se la situazione dovesse rimanere grave a livello sanitario. Il ritorno in campo, conclude Eurolega, prevede il “potenziale ritorno di giocatori e allenatori nelle loro città d’origine e l’impegno di giocatori e allenatori, incluso l’adeguamento dei salari durante la sospensione delle competizioni”. La decisione europea potrebbe influire sulle scelte del campionato italiano. Oggi, in una conference call tra il presidente di Lega e le società, molti dirigenti avrebbero manifestato l’intenzione di chiudere qui la stagione. Domani il numero uno di Legabasket, Gandini, ci spiegherà meglio. Arrivare fino in fondo, ad oggi, è molto difficile.
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