Dopo l'appello delle mamme dei figli disabili, la Regione: passeggiate concesse se necessarie

Dopo l'appello delle mamme dei figli disabili, la Regione: passeggiate concesse se necessarie
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Mercoledì 25 Marzo 2020, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 23:34

«Noi, isolati e senza assistenza. Non abbandonateci». Le mamme dei ragazzi disabili nei giorni scorsi avevano chiesto aiuto con lettere a appelli. Stare chiusi in casa per alcuni di loro è particolarmente difficile e anche dannoso, rinunciare alla routine può minare il loro fragile equilbrio. Anche la passeggiata, per chi soffre di autismo o disturbi psichiatrici, è terapeutica. Adesso la Regione Lazio chiarisce: fare due passi, a chi ne ha bisogno per ragioni di salute, come questi malati, se «strettamente necessario» è consentito.


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«La Regione sta prestando massima attenzione a queste problematiche, mettendo in campo misure per rispondere alle esigenze di intervento domiciliare permanente, continuativo e globale», comunica la direzione regionale per l'inclusione sociale e area welfare ai Comuni e alle Asl. «Molte manifestazioni del disagio, proprie dei quadri diagnostici citati e aggravate dalla situazione attuale, sono scarsamente gestibili nell’esclusivo spazio del domicilio in una condizione di restrizione assoluta dei movimenti. È dunque necessario e quanto mai auspicabile, in tale fase emergenziale, consentire eventuali uscite dall’ambiente domestico come indispensabile azione di prevenzione e gestione delle crisi comportamentali connesse alle relative condizioni psicopatologiche».

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A patto che le uscite avvengano solo
«se strettamente necessario, restando nei dintorni di casa, rispettando le regole di distanziamento sociale per prevenire il contagio del virus. L'esigenza di uscire deve essere autocertificata. L’accompagnatore avrà cura di portare con sé il modulo predisposto dal Ministero dell’Interno, indicando quale sia la ragione di "necessità" dello spostamento, a piedi o con mezzo privato»

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