Coronavirus, in Veneto in 17 mila in isolamento: 21 morti in più rispetto a ieri. Zaia: «Ora tamponi a tappeto, ce li produciamo da soli»»

Coronavirus, in Veneto oltre 17 mila persone in isolamento: 21 morti in più rispetto a ieri
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Mercoledì 25 Marzo 2020, 10:26 - Ultimo aggiornamento: 15:41

La curva sale ancora e il governatore Zaia annuncia iniziative sempre più forti:  in Veneto i casi positivi di coronavirus sono saliti oggi a 6442, 373 in più rispetto a ieri, 17159 le persone in isolamento, 1407 i malati ricoverati negli ospedali di cui 316 in terapia intensiva, 258 i decessi in totale dal 21 febbraio, 21 in più rispetto a ieri, di cui 9 solo a Verona, nuovo focolaio della regione, a causa anche della che paga la vicinanza con la confinante provincia di Brescia. Aumentano anche i pazienti guariti e dimessi arrivati a quota 439. Nuovo caso nel cluster di Vò. Aumentano, in particolare, i casi nelle province di Padova (+137), Treviso (+75) e Verona (+68).

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«Siamo in una guerra, ma la nostra strategia basata su un largo uso dei tamponi rallenterà la velocità del contagio. E ci consentirà di uscirne prima possibile». Lo assicura Luca Zaia, governatore del Veneto, raccontando la sfida che dice avergli «cambiato la vita». «Ogni regione - premette Zaia a proposito di un modello Veneto - è una storia a sé, ogni sanità, è una storia a sé. Quindi non è detto che il modello che funziona da me altrove possa funzionare.
 
 


«Abbiamo fatto oltre 70mila tamponi in Veneto», dice Zaia all'Aria che tira. «Ci sono fattori limitanti, si fatica a trovare tamponi» ma il Veneto ha iniziato a «produrre tutto in casa e continueremo».

«C'è un altro pericolo, sul quale la comunità scientifica deve darci risposte, l'eventuale ritorno dell'infezione: già abbiamo avuto un paio di casi. Non vorrei che qualcuno cantasse vittoria, questo virus è più intelligente di chi lo ha preceduto - conclude - stiamo già pensando al piano B
».

«Abbiamo chiesto 200 ventilatori e ad oggi ne sono arrivati 49». Il Veneto, ricorda il governatore, «ha investito tanto sulla terapia sub intensiva per portare, come ultima spiaggia, il paziente alla ventilazione forzata. Ciò si è rivelato strategico». Zaia sottolinea che i letti di terapia intensiva sono stati aumentati da «200 a 1600».




«Ogni regione - premette ancora Zaia a proposito di un modello Veneto - è una storia a sé, ogni sanità, è una storia a sé. Quindi non è detto che il modello che funziona da me altrove possa funzionare. Noi siamo partiti da un presupposto, in autonomia e contro le linee guida: l'asintomatico è un contagiatore. La vicenda di Vò Euganeo è stata illuminante». «Il 23 febbraio - spiega - ho deciso di fare il tampone a tutti i cittadini del Comune. Apriti cielo, gli scienziati han detto 'questo spreca soldì. E invece fu provvidenziale perché scoprimmo che oltre ai 2 contagiati c'erano altri 66 positivi, quasi tutti asintomatici». «Allora - continua - abbiamo messo in quarantena tutti i positivi, ed è stato giustamente messo in zona rossa il comune. Quando abbiamo ri-tamponato tutti gli abitanti a blocco finito che cosa abbiamo scoperto? C'erano solo 6 positivi. Il che vuol dire che così, tamponi più contenimento, blocchi il contagio». Adesso, annuncia, «avanti a tutta forza. Noi siamo oggi a 70mila tamponi fatti e quasi 16 mila persone isolate. La nostra filosofia è cercare un caso positivo e poi testare i suoi contatti a cerchi concentrici in modo da isolare più positivi possibile. Per farlo aumenteremo i tamponi dai 6-7mila attuali a 20mila al giorno».


 

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