Coronavirus, io centenaria vi dico: «Voglio arrivare ai 101 anni, perciò sto barricata in casa»

Assunta Podda, centenaria sarda
di Giuseppe Scarpa
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Mercoledì 25 Marzo 2020, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 09:44

Zia Assunta Podda un secolo compiuto da nove mesi, impugna la cornetta del telefono. «Pronto!». Arzana, Ogliastra, cuore montuoso della Sardegna, di fronte un mare turchese da mozzare il fiato. Questa è la roccaforte dei centenari. Qui c’è un gruppo di irriducibili vecchietti che sta spazzando via ogni primato di longevità. Un fazzoletto di terra cinturato da dei massicci rocciosi dove perfino il coronavirus fa fatica ad entrare. Dove cartaginesi e romani temevano di mettere piede per paura di rimetterci le penne. Gente tenace da queste parti.

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Determinata a vivere:
«Io sono delicata, sono chiusa in casa», dice zia Assunta. «Ho 100 anni e non sono stanca di vivere», afferma ridendo. «Voglio arrivare a 101, li compio il 9 luglio. Perciò in casa entrano solo due nipoti. Gli altri li vedo dal telefono (videochiamate, ndr)”. E così anche zia Assunta si affida alla tecnologia per ridurre le distanze. “Durante la guerra io vedevo le bombe, qui non vedo nulla e la cosa non mi piace».

Ad essere cautamente ottimisti sono gli altri, gli specialisti che da anni li studiano. Su tutti Gianni Pes, nutrizionista dell’Università di Sassari e poi il dottore che li cura da decenni, il medico del paese, Raffaele Sestu. Nel frattempo ad Arzana si è messa in moto la macchina della solidarietà per tutelare questo patrimonio. Un patrimonio genetico, più che altro. Ma una cosa, comunque, di cui andare fieri. Anche perché questo paese, come in un’altalena che oscilla tra encomi e castighi, detiene anche altri primati, meno lusinghieri appunto. Come l’aver dato i natali ai banditi tra i più feroci della storia di Sardegna, qui è venuta al mondo la “Tigre dell’ogliastra”. Soprannome “guadagnato” sul campo da Samuele Stocchino, fante nella prima guerra mondiale, brigante, assassino, uccise 12 persone, e nemico giurato dei carabinieri. Da cui, ufficialmente, trovò la morte il 20 febbraio 1928 a 32 anni. Zia Assunta, per intenderci, all’epoca c’era, ed era appena una bambina. L’ultimo, ancora ricercato, è invece Attilio Cubeddu, inserito nell’elenco dei più pericolosi latitanti d’Italia.

Oggi, comunque, nel Paese aggrappato sulla schiena del monte Idolo, sul versante del Gennargentu, non si parla altro che dei loro anziani. Come assisterli, come proteggerli. Il dottor Sestu che cura l’anima e il corpo di Arzana è una miniera di aneddoti. Di sé stesso dice di essere un “recordman”.
«Nessuno al mondo ha avuto 25 pazienti sopra i 100 anni come me», afferma soddisfatto il medico condotto. «Si tratta di persone sazie di anni, in molti casi non hanno paura di morire».

Gianni Pes, invece, è spaventato dall’idea che il Covid-19 possa abbattersi sulla “zona blu”, quella fetta di territorio dove c’è la maggiore concentrazione di persone che hanno scavallato il secolo di vita. Si tratta di 50 centenari, metà uomini e metà donne. Una statistica molto democratica, ed è la peculiarità sarda, perché di solito è il gentil sesso, nel resto del mondo, a superare quota 100. I vecchietti che sono una sorta di star per tivù e giornali sono spalmati su una popolazione di 80mila abitanti e 14 paesi: Villagrande Strisaili, Arzana, Talana, Baunei, Urzulei, Perdasdefogu, Seulo, Tiana, Ovodda, Ollolai, Gavoi, Fonni, Oliena e Mammoida.

«Se il virus dovesse entrare allora cambierà la musica». Nel frattempo tutto ciò non è accaduto e Pes incrocia le dita. «Penso che questo sia dovuto alla bassa densità di popolazione nella zona blu. In questo caso lo spopolamento è un fattore positivo. Quanto durerà non lo sappiamo, nessuno di noi è profeta».

Per non rischiare, Sestu, ad Arzana, lascia le sue ricette in farmacia. Lì la nipote di fiducia di zia Assunta ritira le medicine e gliele porta. Stessa cosa per la spesa. “C’era una mia paziente di 108 anni – ricorda Sestu - che mi diceva sempre: il buon Dio si è dimenticato di me sulla terra, spero che continui ad essere smemorato”. Anche zia Assunta confida nella distrazione del buon Dio.

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