Coronavirus, per il calcio Dilettanti molte ombre sul futuro: a rischio la ripresa di tante società

Coronavirus, per il calcio Dilettanti molte ombre sul futuro: a rischio la ripresa di tante società
di Roberto Avantaggiato
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Martedì 24 Marzo 2020, 22:30
Le domande fioccano sui social, la vera agorà di chi non gode delle attenzioni di radio e tv. Tutti si chiedono se, quando e come si ripartirà con l'attività del calcio dilettantistico. Già, perché dietro il mondo privilegiato della serie A e quello semplicemente professionistico della serie B e C, c'è una base che trema. Che ha paura per il suo futuro. “Ci impegneremo al massimo affinché i campionati possa essere portati a termine”, spiegano di volta in volta i presidenti dei Comitato Regionali: da quello lombardo (Giuseppe Baretti) a quello del Lazio (Melchiorre Zarelli), provando a dare forza e speranza al movimento.

Ma su come si riprenderà e quando questo avverrà, nessuno al momento è in grado di dirlo. Perché se non ci riesce la serie A, figuriamoci se può farlo chi deve dividersi tra lavoro, difficoltà sociali e calcio. E che deve svolgere la propria attività in ambienti dove è difficile (se non impossibile) garantire le condizioni ottimali offerte dai grandi centri sportivi. La Lega Nazionale Dilettanti è consapevole del drammatico momento, e non ha esitato ad annullare (dopo ver bloccato tutte le attività, comprese quelle dei propri uffici, sia centrali che regionali) la manifestazione di spicco del suo movimento, ovvero il Torneo delle Regioni, che avrebbe dovuto svolgersi in due fasi: il calcio a 5 in Veneto, il calcio a 11 a Bolzano.

Ma se i calciatori no-prof in qualche modo continuano ad allenarsi tra corridoi, cucine e giardini di casa, nella speraanza di tornare presto a calciare il pallone, i dirigenti delle società dilettanti devono i fare invece i conti con un futuro incerto, e con una cassa che si è svuotata in poco più di un mese, quello vissuto con aziende e negozi chiusi. Diverse le società che al ritorno in campo rischiano di non esserci, perché con l'economia italiana che rallenta nelle attività non basilari, pensare di tornare e investire sul calcio (da presidenti o da sponsor) è molto, ma molto difficile. Ad oggi, sono oltre 12.300 le società della Lega Nazionale Diulettanti, molte quelle che sono al Nord, la parte d'Italia flagellata dal coronavirus, ma anche nel resto del Paese la crisi sarà forte. Chissà quante se ne perderanno per strada.

Per sopravvivere, ancora prima di pensare a concludere la stagione bruscamente interrotta, servirà un aiuto. Oltre all'impegno di tutti nel far tornare il calcio dilettanti un'attività ludica e non uno pseudo-lavoro, ci vorranno i sostegno economico e agevolazioni fiscali, per non parlare di gratuità. Che può fornirle solo il Governo, che sarà presto l'interlocutore del Presidente della Lnd Cosimo Sibilia, che ha ribadito ieri, nella conference-call, al Presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, le preoccupazioni e i disagi del movimento. Sul futuro dei campionati, invece, tutto dipenderà da quando l'emergenza allenterà la presa. Ma la sensazione che la stagione possa essere vicina al capolinea, diventa ogni giorno sempre più forte.
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