Coronavirus, Tesei sfida il Governo sui ventilatori. Foligno ospedale Covid-19
Così verranno trattati i rifiuti dei positivi in casa. L'aiuto dei vescovi

Coronavirus, Tesei sfida il Governo sui ventilatori. Foligno ospedale Covid-19 Così verranno trattati i rifiuti dei positivi in casa. L'aiuto dei vescovi
di Luca Benedetti
3 Minuti di Lettura
Martedì 24 Marzo 2020, 09:54
PERUGIA - Per l’Umbria la sfida è doppia. Da una parte fermare il coronavirus e dall’altra difendersi dalla burocrazia dell’emergenza che rischia di metterla in un angolo. Il nodo è sempre quello dei ventilatori polmonari per i letti di terapia intensiva. Ne sono arrivati dieci, ma la Regione ha scoperto un mucchio di difetti, così la presidente Donatella Tesei ha scritto al Governo.
La governatrice spiega: «Abbiamo inviato una nuova lettera alla Protezione Civile nazionale e allo stesso Governo chiedendo il rispetto degli impegni presi. Noi siamo partiti da una situazione ereditata già carente che vedeva la disponibilità nella regione di soli 69 posti totali in terapia intensiva, in gran parte costantemente utilizzati. Alla nostra richiesta al Governo datata 2 marzo di 60 ventilatori per la terapia intensiva è seguita unicamente la fornitura del 20 marzo di 10 unità: 2 ventilatori per uso domiciliare, 3 portatili, forniti senza batterie e con grafiche in cinese (di cui si è provveduto a ordinare modulo per cambio lingua e batterie), e solo 5 utili per i posti fissi di rianimazione. Come se non bastasse di questi ultimi 5, ben tre, essendo modelli esteri, necessitano di adeguamento di attacchi dell’ossigeno che riusciremmo a ottenere non prima di 3 giorni».
La Regione continua a creare posti di Terapia intensiva. Il piano prevede di raggiungere almeno 117 unità nelle prossime 2 settimane e ha come successiva meta le disponibilità a oltre 150 posti. Per questo ieri la presidente Tesei ha firmato l’ordinanza (la numero 9 del 23 marzo) per far entrare nel circuito degli ospedali Covid-19 anche una parte di quello di Foligno. Nel testo dell’ordinanza c’è il riferimento alla Terapia intensiva che è già passata da 8 a 12 letti e della pneumologia che è passata da 15 a 26 letti. Partendo da questi numeri, il San Giovanni Battista andrà riconfigurato per gestire l’emergenza. Non solo, la Protezione civile regionale sta valutando di allestire anche un ospedale da campo. A proposito di Terapia intensiva a ventilatori polmonari, da palazzo Donini ricordano come «il Governo deve assolutamente fare la propria parte con l’invio immediato di 10 ventilatori e con almeno altri 33, così da soddisfare le attuali esigenze di incremento di posti» Poi ne serviranno altri 17.
La governatrice ricorda come la Regione si era già attivata da tempo per dotarsi di parte della strumentazione necessaria attraverso le donazioni di Fondazioni, Associazioni e privati. Donazioni che al momento però non si sono concretizzate a causa della requisizione di una gran fetta della produzione da parte della Consip.
La presidente Tesei, ha anche invitato «tutte le forze politiche regionali a fare la propria parte», per ottenere i ventilatori. I primi a muoversi sono stati il senatore Franco Zaffini e il deputato Emanuele Prisco (Fdi) che hanno scritto al premier Conte.
I VESCOVI
Una mano arriva dalla Ceu. I vescovi hanno donato alla Regione Umbria un ventilatore polmonare per terapia intensiva. «Il nostro primo pensiero-spiega monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra – va a coloro che stanno affrontando questa impegnativa battaglia: alle persone colpite dal Covid-19, a quanti hanno perso la vita e ai loro familiari, ai medici e agli operatori della sanità e del volontariato, ai responsabili della società civile chiamati a prendere decisioni importanti e non facili per il bene di tutti».
RIFIUTI COVID–19
Corsa contro il tempo da parte dell’assessore regionale all’Ambiente, Roberto Morroni, per trovare una soluzione per lo smaltimento dei rifiuti dei positivi che vengono curati a casa. Lunedì mattina videoconferenza con i rappresentanti delle società di raccolta e smaltimento, Auri e Arpa. L’idea è quella di portare i rifiuti nelle discariche di competenza. Altre Regioni, però, hanno scelto l’incenerimento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA