Coronavirus Roma, Nicola Malaspina: «Ho chiuso il mio ristorante, ora aiuto chi è in difficoltà»

Coronavirus: Nicola Malaspina, 44 anni, ristoratore
di Giuseppe Scarpa
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Martedì 24 Marzo 2020, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 10:34

«Aiutare chi è in difficoltà. Questa la mia motivazione, non mi andava di stare buttato sul divano». Nicola Malaspina, 44 anni, ristoratore, non ha esitato: «Che esempio avrei dato ai miei tre figli?». Un esercito di volontari ha scelto di arruolarsi nelle fila della Croce rossa nella Capitale per il contrasto al Covid-19. In mille hanno deciso di essere reclutati nel volontariato temporaneo. Una nuova campagna della Cri lanciata su scala nazionale il 12 marzo. Studenti, medici, psicologi, infermieri, oss, semplici cittadini hanno risposto all'appello.

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Nicola è uno di loro, titolare di un ristorante in zona Flaminia, il Bubi's, dopo la serrata dei locali imposta dal governo si è subito dato da fare: «Da una settimana rispondo al numero verde, dalla centrale operativa per dare supporto a chi ha bisogno». «Una delle richieste che mi ha colpito di più - prosegue il ristoratore - è stata quella di una ragazza che vive nel nord Italia, lei chiamava per il nonno. Lui abita nel Lazio e aveva bisogno di aiuto. Non aveva più cibo ed era spaventato. Con la Cri ci siamo subito attivati».

«Stiamo già impiegando 150 volontari temporanei dei mille che hanno fatto richiesta tra Roma e provincia - spiega Debora Diodati presidente romana della Croce rossa - Continuano ad arrivare nuove richieste al sito https://volontari.cri.it/ o al numero verde 800 065510».

L'IMPEGNO
«Sono impegnato sei ore al giorno - racconta Malaspina - Non pensavo di dover parlare così tanto al telefono. Mi rendo conto che questa è una vera emergenza». La Croce rossa si è subito adattata alla nuova situazione. Perciò le persone adoperate nel volontariato temporaneo svolgono un corso online, più rapido rispetto a quello tradizionalmente utilizzato per formare i volontari. Dopodiché vengono inviati sul campo. Ognuno in relazione alla rispettiva professionalità. E così c'è lo psicologo che va a irrobustire la squadra di specialisti Cri, studenti che sono incaricati della consegna dei pacchi alimentari, dei farmaci alle persone vulnerabili, oppure chi sta in centrale operativa. «Io devo filtrare le chiamate e ascoltare anche i problemi delle persone per sostenerle - sottolinea il 44enne - C'è chi ha necessità che qualcuno gli faccia la spesa, altri che non possono uscire a comprare i medicinali perché sono anziani, deboli e rischiano il contagio. E la Cri poi si attiva».

CAMPER SANITARI
E proprio in relazione agli ultimi, ai senzatetto, Diodati lancia l'allarme. Di solito il cibo non manca mai per i clochard ma la chiusura di molte attività, le difficoltà di movimento hanno ridotto il sostegno nei confronti di queste fasce. Ecco che Cri, a Roma, ha riaperto le cucine e si sta occupando di consegnare pasti caldi ai senza fissa dimora.

Anche i camper sanitari sono un mezzo indispensabile in questa emergenza. Forniscono una prima assistenza medica per il coronavirus. A breve una volontaria temporanea sarà impiegata per rinforzare il servizio. Una dottoressa già in prima linea in un importante ospedale della Capitale. «Mi sono accorto - conclude il 44enne volontario - che le persone che chiamano dalla Lombardia sono molto più spaventate. Spesso piangono, stanno vivendo una situazione più dura rispetto a quella romana. Spero che nella Capitale il virus non si diffonda così come è accaduto al Nord».

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