Coronavirus, come una maschera da snorkeling è diventata un respiratore. E tutto per amore di Carlotta

Coronavirus, come una maschera da snorkeling è diventata un respiratore. E tutto per amore di Carlotta
di Alessandra Spinelli
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Lunedì 23 Marzo 2020, 18:53 - Ultimo aggiornamento: 18:54

Nonostante gli sforzi degli ultimi giorni e il parziale rallentamento dei contagi, ospedali e medici continuano a lamentare una carenza fondamentale delle apparecchiature per le terapie subintensive. Ma nello stesso tempo sui social è cominciata a circolare la foto di una maschera, di quelle dell’estate, vendute da Decathlon, per fare lo snorkeling al mare, riveduta e corretta e pronta proprio per l’emergenza del Covid-19.. Come mai?

 




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Tutto è iniziato con una telefonata di un primario in pensione dell’ospedale di Gardone Valtrompia, Renato Favero, che ha visto la maschera e ha pensato 
«perché non riconvertire questo speciale modello easybreath in una vera maschera respiratoria?». Così ha chiamato Cristian Fracassi della Isinnova, startup bresciana, in attivo 50 brevetti, e 14 dipendenti, divenuta famosa nelle scorse settimane per aver aiutato l’Ospedale di Chiari stampando valvole per respiratori che l’azienda produttrice non poteva fornire. E anche in questa storia la chiave di volta è ancora una valvola.
Nasce così un progetto sviluppato in soli 7 giorni che prevede la sostituzione del boccaglio con una valvola stampata in 3D che permette a sua volta di collegarsi ai tubi dell’ossigeno, trasformandola in una maschera C-PAP ospedaliera per terapia sub-intensiva. La cosa bella numero uno è che la maschera provata in due ospedali e adattata su indicazioni dei medici è risultata funzionante. La cosa bella numero 2 è che chiunque potrà stampare gratuitamente le valvole e il raccordo, a condizione che non siano utilizzate per fini commerciali. La cosa bella numero 3 è che sono tutti felici di poter dare una mano gratuitamente.

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IL NOME DELLA MOGLIE
«Abbiamo contattato in breve tempo Decathlon, in quanto ideatore, produttore e distributore della maschera Easybreath da snorkeling - racconta Fracassi - l’azienda si è resa immediatamente disponibile a collaborare fornendo il disegno CAD della maschera che avevamo individuato. Il prodotto è stato smontato, studiato e sono state valutate le modifiche da fare. È stato poi disegnato il nuovo componente per il raccordo al respiratore, che abbiamo chiamato valvola Charlotte (un omaggio alla moglie di Fracassi che si chiama Carlotta, ndr) , e che abbiamo stampato in breve tempo tramite stampa 3d. Il prototipo nel suo insieme è stato testato su un nostro collega direttamente all’Ospedale di Chiari, agganciandolo al corpo del respiratore, e si è dimostrato correttamente funzionante. L’ospedale stesso è rimasto entusiasta dell’idea e ha deciso di provare il dispositivo su un paziente in stato di necessità. Il collaudo è andato a buon fine». Tanto che ora chde la protezione civile di Brescia ne ha ordinato 500 pezzi.

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SPIEGAZIONI
Sul sito di Innova ci sono tutte le spiegazioni ma si chiarisce perfettamente che per il momento «né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità. L’uso da parte del paziente è subordinato all’accettazione dell’utilizzo di un dispositivo biomedicale non certificato, tramite dichiarazione firmata». Inoltre: «Si raccomanda, per chi volesse utilizzare la documentazione per replicarlo, di avvalersi della collaborazione di personale tecnico specializzato per la realizzazione e della supervisione di un medico per l’utilizzo. E’ assolutamente sconsigliato replicarlo se privi di tali competenze ed in ogni caso sempre e solo in mancanza di altre alternative».

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