Artepidemia, l'arte al tempo del Coronavirus

Hopper senza i suoi nottambuli. E' #artepidemia, la campagna virale del pubblicitario Riccardo Pirrone
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Venerdì 20 Marzo 2020, 19:02 - Ultimo aggiornamento: 19:04

Il Coronavirus colpisce proprio tutti, anche i protagonisti dei dipinti più famosi della storia dell'arte. Il creativo Riccardo Pirrone ne è convinto e insieme al grafico Simone Putignano, sceglie e rimaneggia alcune delle opere più iconiche dell'arte, dandogli una visione più che contemporanea, per poi condividerle in rete con l'hashtag #artepidemia. Un'attività che ha convinto centinaia di amatori virtuali, che ne hanno apprezzato e condiviso il post sui social network. E poco importa se l'idea non sia inedita. In questi patiti giorni a base di pane e Covid-19, Pirrone trae ispirazione dal medesimo esperimento di Jose Manuel Ballester, che anni addietro aveva svuotato il cenacolo dipinto da Leonardo e la conchiglia abitata dalla Venere del Botticelli, per simboleggiare quel senso fisico di solitudine attraverso l'arte. Così per il creativo reso celebre dalle sue campagne a base di black humor, non ci sono strane figure che scendono la collina di Ekberg descritta da Edvard Munch, mentre il bicchiere d'assenzio di Edgar Degas, non sarà gustato nessuno e il Cafè de la Nouvelle-Athènes a Pigalle, rimarrà vuoto.
 

 
 
È l'arte nei giorni del Covid-19, ed è un po' anche l'arte del sapersi arrangiare e del saper stare a casa, tra le proprie mura, pensando a quella che immediatamente diviene una metafora del mondo che stiamo vivendo. Pirrone riporta in auge l'idea di Ballester, con la proposta di una campagna di real time marketing, producendo interventi grafici che creano nel pubblico riflessione e destabilizzazione, come testimoniano le centinaia di interazioni e condivisioni al suo post, ormai già virale. Le opere di Edgar Degas, Claude Monet, Edvard Munch, Edward Hopper e Francesco Hayez, sono private delle figure umane protagoniste, diventando così il simbolo delle attuali città e campagne deserte di una Italia mai vista prima, il cui senso di responsabilità della popolazione è sollecitato dalla provocazione artistica del creativo romano, che ai propri followers sembra dire: "anche i protagonisti dei quadri più famosi restano a casa". Una rivisitazione dal riso amaro, che è anche un invito per i più capaci. Una call to action, un gioco per i più abili, utile anche per trascorrere con creatività le interminabili ore di quarantena.
«Non è vero che questa epidemia sta tirando fuori il peggio di noi e non è vero neanche che sta tirando fuori il meglio di noi. Stare da soli a casa ci costringe ad essere noi stessi», afferma Riccardo Pirrone e continua dicendo, «Ci proviamo con i social a dipingerci per quello che vorremmo essere, a sognare, a divertirci e a interagire, ma quando si chiudono le App siamo costretti ad accettare che anche domani saremo soli con noi stessi. È dura, ma lo facciamo per noi e anche per gli altri. Alla fine un pittore non è altri che una persona che sta sola, chiusa in casa, a mostrare se stesso. Se stesso nel mondo».
 

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