Coronavirus supermercati, esplode la polemica: «Non chiudeteli in anticipo, così aumentano resse e tensioni»

Coronavirus, esplode la polemica sui supermercati: «Non chiudeteli in anticipo, così aumentano resse e tensioni»
di Mchele Galvani
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Venerdì 20 Marzo 2020, 11:19

E' uno dei pochi, pochissimi, motivi validi per uscire di casa. Fare le spesa. E anche questo diventa motivo di polemica e scontro quotidiano, soprattutto sui social. L'idea di chiudere in anticipo i supermercati piace poco agli italiani. Quasi per niente. Il leit motiv è più o meno questo: «ridurre l'orario dei #supermercati è un boomerang pazzesco che dobbiamo evitare. Perché aumenta l'assembramento, fa diventare le persone ancora più irrazionali». 
«Chiudere in anticipo i #supermercati è una scelta che non riesco a capire. Così lo stesso numero di persone andrà a fare la spesa in un arco di tempo minore, non mi sembra il massimo», i commenti su Twitter, dove #supermercati è in tendenza da ore. «I supermercati dovrebbero essere aperti h24, con regole precise dal punto di vista del numero degli ingressi, per evitare gli assembramenti», ha detto Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco. «Se io mi affaccio alla finestra di casa, vedo già persone in coda dalle prime ore del mattino per fare la spesa, che cercano di mantenere le distanze, ma che sono comunque in fila. Se si riducono gli orari, le persone non riescono a diluirsi. Per questo mi sembra l'ultima idea da portare avanti», ha concluso Galli.

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Insomma, si prevedono più resse e tensioni agli ingressi. Ma c'è anche si difende, sempre sui social: 
«Io lavoro in un supermercato e vi assicuro che la metà dei clienti vengono tutti i giorni! Esempio di spese: 2 pizze surgelate. 1 vaschetta di gelato. 2 tranci di tonno 2 bacchette e 1 vasetto di soia. Non è prima necessità ma poca intelligenza!» Proprio stamattina nuove lunghe code hanno caratterizzato l'ingresso ai supermercati, a Milano, dopo le proposte di una stretta sulle libertà di movimento e anche sulla gestione delle rivendite alimentari. In fila tanta gente preoccupata, tornata con i trolley come non si vedeva dall'inizio del'emergenza. All'Esselunga di via Fuché, una delle più frequentate nel capoluogo lombardo, alle 7 del mattino la coda si articolava sui 4 lati del grande isolato, con tempi di ingresso superiori all'ora-ora e mezza. Al vicino Carrefour in piazza Diocleziano, un 24 ore, altra lunga coda e apertura contingentata negli orari, con ingresso di una sola persona per famiglia. «Abbiamo visto che arrivava il camion dei rifornimenti e siamo venuti qui - ha detto una signora, in fila con una grossa valigia-trolley - ma se lo avessi saputo avrei lasciato mio marito a casa».

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«Sui supermercati bisogna avere molta attenzione su come vengono gestiti. Io li gestirei con una maggiore attenzione alla definizione degli orari, orari diversi in momenti diversi della giornate, e alla turnazione, lasciando ai sindaci la capacità di gestire come meglio credono le attività sul territorio», ha detto Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 stelle e viceministro dell'Interno.


Stando agli ultimi sondaggi, quasi 1 italiano su 3 (30%) resiste meno di 72 ore senza uscire per fare la spesa in negozi, supermercati e alimentari. È quanto emerge dall'indagine Coldiretti/Ixè, in riferimento alle nuove misure anti contagio in discussione a livello nazionale per limitare gli spostamenti delle persone fuori dalle mura domestiche anche per gli acquisti alimentari. Il risultato è che nel 38% delle case sono state ammassate scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovali più disponibili sugli scaffali. Nelle dispense sono stati accumulati soprattutto nell'ordine, pasta, riso e cereali (26%), poi latte, formaggi, frutta e verdura (17%), quindi prodotti in scatola (15%), carne e pesce (14%), salumi e insaccati (7%) e vino e birra (5%). Un comportamento irrazionale che, continua la Coldiretti, sta provocando file davanti a negozi e supermercati con lunghe attese legate alla necessità di scaglionare gli ingressi nei luoghi di vendita, di mantenere la distanza di sicurezza fra un consumatore e l'altro e di evitare pericolosi assembramenti.

 

 

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