Coronavirus, scuole chiuse fino a maggio: l'ipotesi di una Maturità light

Coronavirus, scuole chiuse fino a maggio: l'ipotesi di una Maturità light
di Lorena Loiacono
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Venerdì 20 Marzo 2020, 01:20 - Ultimo aggiornamento: 13:04

L'aula scolastica, quella reale, si allontana sempre di più. La data per l'obbligo di chiusura, fissata al 3 aprile, sarà prorogata a breve. Fino a quando? Impossibile, secondo il ministero dell'istruzione, da dire con certezza. Anche se dagli esperti del comitato tecnico-scientifico arrivano le prime indicazioni. Un dato è certo: lunedì 6 aprile le scuole continueranno a restare chiuse.

La ministra dell'istruzione, Lucia Azzolina, ha dato per probabile che si vada «nella direzione che ha detto il presidente Conte di prorogare la data del 3 aprile. Invito tutti alla massima responsabilità. Non è possibile dare un'altra data per la riapertura delle scuole: tutto dipende dall'evoluzione di questi giorni. Riapriremo lo scuole solo quando avremo la certezza della assoluta sicurezza». Vale a dire che sarà l'andamento del contagio a indicare la nuova data: dal comitato tecnico-scientifico hanno chiarito che il modello cinese, che ha evidentemente dato i suoi risultati, si è basato su uno stop alle lezioni non inferiore ai 60 giorni. Quindi, considerando la chiusura nazionale del 3 marzo scorso, si va ai primi di maggio. Potrebbe trattarsi di lunedì 4 maggio ma potrebbe non essere sufficiente: qualora il picco, scandagliato a livello regionale su più date, dovesse verificarsi a metà aprile, si renderà necessario rientrare un mese dopo in classe per consentire al picco di avere il tempo di scendere, di scemare e non ritrovarsi poi di fronte a nuove riprese.

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A questo punto gli interrogativi sono molti. Uno fra tutti: l'anno scolastico sarà valido? Sì, la Azzolina lo ha già assicurato portando avanti la promozione della didattica a distanza come unica possibile soluzione. I problemi ci sono ma, di fatto, è l'unica strada percorribile per non lasciare senza didattica milioni di ragazzi. Anzi, proprio tramite la didattica online si eviterà di prolungare l'anno scolastico nel periodo estivo: «Prorogare l'anno ha chiarito la ministra - sarebbe come offendere chi sta facendo tanto in queste settimane, tra l'altro ricompattando la comunità scolastica». E allora, adesso, è la preparazione degli studenti ad essere messa sotto esame, nel senso letterale del termine: a giugno, quando sarà il tempo di svolgere gli esami conclusivi del I e del II ciclo che cosa accadrà? I dirigenti scolastici, dall'Associazione nazionale dei presidi di Roma, hanno già detto che l'indicazione per tutti è l'elasticità nelle valutazioni.

Sia per i ragazzi che si cimenteranno con gli esami di terza media sia per quelli che dovranno affrontare la temuta maturità. Sull'esame di Stato si concentrano le paure e i dubbi maggiori: i presidi hanno chiesto che ci siano solo commissioni interne, con docenti che non saranno costretti a muoversi da una zona all'altra e che conoscono bene i programmi svolti. Le associazioni degli studenti, dal canto loro, hanno chiesto al ministero di alleggerire la prova, a far paura è soprattutto il secondo scritto che dallo scorso anno è in veste multidisciplinare: uno scritto di matematica e fisica allo scientifico, ad esempio, potrebbe mettere in seria difficoltà molti studenti che non hanno frequentato la scuola per due mesi o più.

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Lo stesso vale per una prova di greco e latino insieme, di due lingue straniere e così via. La preparazione, inevitabilmente, rischia di risentire di questo stop forzato: le classi che si stanno attrezzando per trasferirsi sul virtuale incontrano mille difficoltà. Dalla connessione che salta, ai dispositivi che mancano in diverse famiglie fino alla formazione digitale dei singoli insegnanti che, solo ora, stanno approcciando con questa nuova realtà. Ai problemi, tutti prevedibili, legati alla messa su strada della scuola digitale si affiancano ora le polemiche tra i sindacati dei docenti e il ministero, per le direttive che indicano come far lezione, e poi su un piano parallelo arrivano anche le liti tra docenti e dirigenti. In sostanza il ministero chiama tutti a raccolta, ma ci sono docenti che rivendicano di non essere obbligati a partecipare alla didattica a distanza.
 

 

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