A Civita Castellana. nel sindacato dei ceramisti della Filctem Cgil, c’è preoccupazione. «Dai contatti - ha commentato il segretario Mauro Vaccarotti – che sono intercorsi, sia con le associazioni di categoria che con gli imprenditori, i numeri delle richieste sono destinati a salire. Per ora le più grandi provano a resistere, mandando in ferie i dipendenti che ne hanno in arretrato, ma la vedo dura» .
Per la Femca Cisl è intervenuto Roberto Marchetti: «Anche noi abbiamo ricevuto delle richieste di aziende in questo momento particolare. Utilizzeremo tutti i mezzi on line per anticipare i tempi». Tra i motivi che hanno portato le aziende a ricorrere agli ammortizzatori sociali, c’è il blocco alle frontiere dei container che trasportano le materie prime. Ma è sempre più difficile esportare i prodotti finiti fuori dall’Italia.
Ha contribuito anche il fermo, quasi totale, degli interporti lombardi ed emiliani che impedisce la partenza dei container verso altri continenti. Inoltre sono scesi gli ordini in maniera vertiginosa e molti stabilimenti già nei giorni scorsi aveva programmato il fermo per questi motivi.
Massima allerta anche tra le associazioni imprenditoriali: «Siamo entrati in una situazione problematica che va gestita con oculatezza – dice il vice presidente di Unindustria ceramica, Augusto Ciarrocchi – e non possiamo commettere errori». Per Federlazio provinciale il direttore Giuseppe Crea spiega che «aderire alla cassa integrazione è l’unico modo per proteggere i lavoratori e per poter tenere in piedi le aziende in questa fase, anche se devo constatare che non è stato ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale».
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