Coronavirus Roma, nelle Asl pulizie a rischio. «Siamo senza mascherine»

Una delle mascherine consegnate di recente agli infermieri
di Camilla Mozzetti
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Domenica 15 Marzo 2020, 12:02 - Ultimo aggiornamento: 12:08

L’assenza di dispositivi di protezione - come guanti e mascherine - rischia di bloccare il servizio di pulizia e sanificazione di alcuni ospedali e Asl della Capitale. A lanciare l’allarme è il direttore della produzione del Centro Italia della “Cascina Global service”. «Abbiamo circa 400 dipendenti che lavorano su turni giornalieri - spiega Davide Perrone - per sanificare gli ambienti ospedalieri del San Camillo, Santo Spirito, ma anche del Cto oltre ad alcuni ambienti delle Asl Rm1 e Rm2». Gli operatori al momento lavorano con i dispositivi di sicurezza, previsti per tutti coloro i quali - oltre a medici e infermieri - sono impiegati negli ospedali. «Ma le scorte stanno finendo - prosegue Perrone - e al momento possiamo andare avanti per i prossimi 3-4 giorni». Dopo? «Le mascherine, quelle Ffp2 ed Ffp3 oltre alle chirurgiche non basteranno più, c’è il rischio di sospendere o rivedere il servizio», conclude il direttore della “Cascina Global service” che ha già scritto a Prefettura, Protezione civile e Regione Lazio. 

Il problema non è solo per gli operatori della sanificazione. La funzione pubblica della Cgil ha diramato una serie di diffide - sempre per l’assenza di dispositivi di protezione - a quattro realtà: Le Asl Rm2 e Rm5 oltre alla direzione dell’Umberto I e del policlinico di Tor Vergata. «Tutto il comparto impiegato in queste realtà - spiega il segretario generale della Fp Cigl Francesco Frabetti - è potenzialmente a rischio perché i dispositivi di protezione non bastano per tutti». Anche in questo caso è stato avvisato il Prefetto e pure il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri.
Sul piede di guerra, infine, anche gli infermieri. Il Nursind, sindacato per le professioni infermieristiche ha diffidato la Regione Lazio a distribuire le mascherine nelle Asl per i dipendenti - compresi i medici - impegnati nell’emergenza da coronavirus. 

Nelle ore scorse gli operatori sanitari hanno ricevuto delle mascherine simili ad un notissimo panno per togliere la polvere a domicilio, con due buchi ai lati nei quali infilare le orecchie. «D’accordo avere carenza di mascherine ma alla grave e persistente carenza dei dispositivi di protezione individuale è legato un notevole aumento del rischio clinico per gli operatori che si trovano a lottare quotidianamente anche con doppi turni», commenta il segretario provinciale del Nursind Stefano Barone in un comunicato. Il problema sulla reperibilità dei dispositivi - come ha spiegato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli - deriva anche dalla chiusura delle esportazioni. «Il fabbisogno delle mascherine è su base mensile di circa 90 milioni di unità complessive.

Abbiamo stipulato contratti per oltre 55 milioni di dispositivi. Ad oggi - ha precisato Borrelli - ne sono state consegnate più di 5 milioni».

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