Coronavirus Roma, medici di famiglia, si cambia: «Tutte le ricette online tele-visite a distanza in chat»

Coronavirus Roma, medici di famiglia, si cambia: «Tutte le ricette online tele-visite a distanza in chat»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 15 Marzo 2020, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 12:03
L’assunto di base è semplice: «Siamo in presenza di un agente biologico, il Sars-Cov-2, poco conosciuto, prudenza vuole che per tutelare i nostri pazienti, le nostre famiglie, il nostro personale di studio e noi stessi dobbiamo attuare professionalmente, come nostra abitudine, delle procedure di salvaguardia e messa in sicurezza che consentano al sistema sanitario di poter continuare a funzionare».

Inizia così la lettera che la Fimmg, la Federazione italiane dei medici di medicina generale ha inviato a oltre 4 mila professionisti che operano su Roma e sull’intero territorio regionale nella quale vengono trasmesse le nuove disposizioni lavorative da seguire già da lunedì in tutti gli ambulatori della Regione. Perché se imploderà la prima linea - ovvero quella dei medici di famiglia - a causa del Covid-19, il sistema quasi certamente collasserà sugli ospedali. I dispositivi di protezione individuale - mascherine e guanti - del resto mancano. Quelli disponibili sono stati contingentati: la Regione Lazio ha, infatti, dato l’input alle Direzioni generali delle Asl di rifornire prioritariamente il personale ospedaliero e negli ambulatori i medici di base lavorano a volto scoperto.

Cosa cambia? Come prima cosa, per limitare quanto più gli spostamenti dei pazienti, le prescrizioni e le seguenti ricette soprattutto per i malati cronici saranno completamente dematerializzate. Ciò significa che il mutuato riceverà un numero di protocollo dal medico e con questo si recherà in farmacia per ritirare il medicinale. Il meccanismo è stato disposto soprattutto per agevolare i pazienti cronici con patologie che richiedono l’assunzione costante di farmaci.

Dopodiché il lavoro negli studi sarà rimodulato al fine di consentire ai medici «del territorio di poter porre in essere comportamenti uniformi che contemporaneamente garantiscano l’assistenza a chi ha sintomi infettivi, la continuità assistenziale ai malati cronici - si legge ancora nella lettera della Fimmg - l’assistenza per le patologie non infettive, la sorveglianza domiciliare per i pazienti in auto-isolamento, in quarantena, in terapia domiciliare. Tutto questo salvaguardando i più deboli, gli anziani, i malati oncologici». Cosa succede? Nel Lazio i medici di famiglia sono riuniti nelle cosiddette “Uccp”, Unità complesse di cura primarie, che raggruppano in un unico studio più professionisti. Dalla prossima settimana dunque negli ambulatori - che resteranno aperti senza subire modifiche - ci sarà una ripartizione dei compiti. Prendiamo, ad esempio, una “Uccp” composta da sei medici. Ognuno ha i suoi pazienti ma tutti lavorano nello stesso ambulatorio. I professionisti con un’età avanzata e per questo a rischio contagio si occuperanno della telesorveglianza, monitorando e visitando i mutuati a distanza mentre l’analisi delle situazioni sospette verrà affidata a uno o a due volontari più giovani. L’invito per tutti i mutuati resta lo stesso: non affollare gli ambulatori prima di aver chiamato al telefono e sottoposto il caso. «Ci stiamo preparando a fronteggiare una possibile emergenza che ci auguriamo non esploda - spiega Pier Luigi Bartoletti, segretario provinciale della Fimmg - per poter garantire a tutti i nostri assistiti, e parliamo di 5 milioni di persone nel Lazio, le dovute attenzioni, rassicurando i nostri medici sul fatto che non sono richiesti né kamikaze né sacrifici tribali ma semplicemente dobbiamo impegnarci per salvaguardare la nostra salute e di riflesso quella dei cittadini giacché mancano i dispositivi di protezione». In sostanza, nessun mutuato verrà lasciato solo ma ogni caso - dal semplice mal di pancia al sospetto Covid-19 - verrà prima valutato telefonicamente e seguito poi, laddove ne sia richiesta la visita di persona, da diversi medici.
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