Ritorno della serie A, contagio alla rovescia

Ritorno della serie A, contagio alla rovescia
di Romolo Buffoni
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Domenica 15 Marzo 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:03

È uno stillicidio. Oggi, domenica, non si conteranno gol e punti delle squadre, ma gli ammalati di coronavirus. Ieri la notizia delle positività di Pezzella e Cutrone della Fiorentina (che si aggiungono a Vlahovic e a un fisioterapista) e quelle di Depaoli e Bereszynsky della Samp, che porta il totale in casa blucerchiata a 7 più un medico. La serie A, con Rugani, Gabbiadini, Colley, Ekdal, La Gumina e Thorsby, sale a 11. Una triste squadra. Curioso il caso del club genovese: prima la nota con la presa di posizione, decisa, di non comunicare più i nomi di nuovi ammalati e poi i post su Instagram dei due calciatori che si sono autodenunciati, chiarendo di stare comunque bene. Incoerenze di un calcio confuso, che ha deciso di voler ripartire al più presto con i campionati nazionali e con le Coppe europee ma che non sa ancora come fare. I sacrificati dovrebbero essere gli Europei, rimandati al 2021 (intanto, dopo quella di Wembley con l’Inghilterra, è saltata ufficialmente anche l’amichevole Germania-Italia che si sarebbe dovuta disputare a Norimberga il 31 marzo). Ne discuteranno martedì Uefa, Leghe, Eca, Fifpro, in videoconferenza data l’impossibilità di viaggiare. «Finiamo i campionati», auspica in prima linea la Figc disposta anche a inaugurare la formula play-off e play-out (in Inghilterra sarebbero invece disposti a dare il tirolo al Liverpool, che ha 25 punti di vantaggio sul City). Il presidente Gravina lo ha detto a chiare lettere alle Leghe italiane e anche al presidente dell’Uefa Ceferin. Ma è impresa complicata stilare un nuovo calendario che comprenda la fase finale di Champions League ed Europa League e, per quanto riguarda la serie A, la disputa delle restanti 12 giornate (per otto squadre 13). Sarebbe dura anche senza ulteriori intoppi, se cioè si potesse con certezza pensare di tornare in campo nel weekend del 4-5 aprile. Le squadre quando potranno dichiarare di essere uscite definitivamente dalla quarantena? Quando potranno dire di non avere più giocatori malati di Covid-19? A peggiorare lo scenario è arrivata la querelle sugli allenamenti. I calciatori via social stanno mostrando come provvedono a tenersi in forma in salotto seguendo i programmi preparati dai tecnici, ma per poter scendere in campo ai loro livelli serve ben altro.
DENUNCIA AIC
I club vogliono farsi trovare pronti per la ripresa, ma il sindacato calciatori li ammonisce: «Siamo indignati nel registrare ancora oggi un comportamento scriteriato e fuori dal contesto nazionale e internazionale di alcune società che si ostinano a convocare gli atleti per allenamenti in piccoli gruppi, o peggio ancora, per il controllo quotidiano della temperatura», denuncia l’Aic riferendosi a quanto pare a club di serie B. «È un atto vergognosamente irresponsabile nei confronti delle tante persone costrette a muoversi e a lavorare per consentirci un minimo di servizi necessari - prosegue la nota divulgata dall’assocalciatori -. Le società devono spiegare quale sia l’interesse nazionale di tenere in forma atleti ed atlete che nella migliore delle ipotesi non riprenderanno l’attività prima di metà aprile! Questo significa che stanno vivendo su un altro pianeta.

Se, infine, la convocazione è volta ad ottenere il rifiuto dai calciatori per poter poi procedere con la decurtazione degli emolumenti significa che stiamo raschiando il fondo del barile della dignità».

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