Coronavirus, in Campania il picco atteso a Pasqua: rischio tsunami come al Nord

Coronavirus, in Campania il picco atteso a Pasqua: rischio tsunami come al Nord
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Sabato 14 Marzo 2020, 11:55

Altri 50 tamponi positivi (40 Cotugno, 9 al Ruggi di Salerno e 1 al Moscati di Avellino) e la Campania raggiunge quota 284 (di cui 5 guariti). L'indice di infettività del Covid-19 in Campania mantiene un valore di incremento dei nuovi casi abbastanza sostenuto, tracciato giorno per giorno e di settimana in settimana. Nonostante i piccoli numeri ancora a disposizione le curve di espansione del contagio consentono di attrezzarsi per tempo con posti letto e unità di rianimazione capaci di fronteggiare l'onda d'urto del virus. In una lunga riunione che si è svolta ieri in Regione il Piano di difesa è stato tracciato sulla scorta di una simulazione sui dati grezzi di nuovi contagi elaborata dal direttore sanitario dell'azienda dei colli Rodolfo Conenna su richiesta del presidente della Regione Vincenzo De Luca e del suo consigliere per la Sanità Enrico Coscioni. Un lavoro che disegna scenari alternativi a gravità crescente (base, medio e severo) atti a correlare, per ognuna delle alternative possibili, un adeguato fabbisogno di posti letto di rianimazione necessari ad assistere i casi più gravi.

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I tre scenari possibili sono costruiti nell'arco di 8 settimane partendo dal 14 marzo e arrivando al 9 maggio. In questo prospetto il picco è previsto per la metà di aprile. Ma la rapidità della curva con cui si arriva alla massima espansione del contagio ha profili in termini di malati attesi, diverso a seconda che si tratti dello scenario base, di quello intermedio e di quello più severo. Lo scopo della previsione è come detto quello di farsi trovare pronti all'appuntamento con l'ondata di piena del virus anche considerando che molti contagi sono già in atto sviluppatisi prima che entrassero in vigore le misure di contenimento e di restrizione dei contatti tra la popolazione.

Le tre curve sono costruite in base all'andamento della registrazione dei nuovi casi ogni settimana e contati giorno per giorno. «Questa modalità di costruzione delle previsione - spiega Conenna - sconta un'approssimazione legata al tipo di selezione dai casi da sottoporre al tampone. Non è una previsione raffinata dal punto di vista epidemiologico ma piuttosto una misura grezza del fabbisogno di posti letto cui andiamo incontro». Nello scenario di incremento dei casi meno grave, al picco del 14 aprile corrisponde dunque un fabbisogno di 101 posti letto di rianimazione che moltiplicati per 4 danno il valore delle degenze totali necessarie dedicate alla cura della malattia che appunto richiede l'ospedalizzazione per il 40% dei casi positivi di cui il 10% circa da assistere in rianimazione. Nello scenario intermedio le unità intensive sono invece attestate su un fabbisogno di 112 letti intensivi e in quello più catastrofico tale quota sale a un valore di 150 letti sempre da tenere pronti entro il picco atteso del 14 aprile.
  
«Le tre ipotesi - aggiunge Conenna - sono costruite dall'osservazione di quanto accaduto in Lombardia dove si è visto che la degenza media è di 21 giorni. Ciò consente di calcolare in tempo medio in cui tali unità siano progressivamente liberate man mano che migliorano le condizioni cliniche. La quantità in sequenza dei nuovi casi disegna l'andamento delle tre curve e i tre diversi scenari. Negli ultimi giorni abbiamo visto che la velocità di incremento è leggermente aumentata. In base al cambiamento di questa progressione possiamo avere un anticipo o una posticipazione del picco nell'arco di una settimana o 10 giorni. Ovviamente lo scopo è quello di farci trovare pronti all'ondata di piena in arrivo evitando la completa paralisi del servizio sanitario a cui abbiamo drammaticamente assistito in Lombardia. Qui l'ondata è stata violenta e improvvisa». L'obiettivo insomma è essere più veloci del virus. Strade e piazze deserte servono a tagliare le linee di ponte del nemico e lo stop alle attività ordinarie e non urgenti di Asl e ospedali ad organizzare le trincee nella guerra contro il virus concentrando per tempo i rifornimenti dalla retrovie. «Se volessimo riferirci allo scenario lombardo - spiega Conenna - avendo oggi la Lombardia 600 ricoverati in rianimazione potremmo arrivare noi qui in Campania, in base alla popolazione residente, ad averne 400 nello scenario peggiore».
 
A partire dai prossimi 10 giorni si faranno sentire le misure di contenimento. «Dobbiamo assolutamente appiattire le curve in modo che lo stesso numero di malati giunga all'attenzione dei medici in un arco di tempo più lungo senza saturare le nostre capacità assistenziali». I posti di rianimazione messi a disposizione della rete sanitaria in questa fase iniziale della guerra è di 45 unità divise tra Cotugno (8) Policlinico (13), Monaldi (16, qui era atteso ieri il deputato salernitano edmondo Cirielli) e il resto negli ospedali di Caserta, Benevento, La Schiana di Pozzuoli. A metà della prossima settimana con l'attivazione dei 12 posti del Loreto mare, gli 8 posti della palazzina intramoenia del Cardarelli riconvertita a cui si aggiungono i 4 di sub intensiva e delle altre unità del piano da riconvertire da quelli oggi disponibili per le attività chirurgiche ordinarie tutte sospese si arriverà a quota 100. Per poi procedere in base alle tabelle di previsione fino agli scenari più catastrofici. 
 

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