Coronavirus, Padre Pio: santuario deserto, salta traslazione della salma. Un morto nel suo ospedale

Coronavirus, deserto il santuario di Padre Pio, salta la traslazione della salma, un morto nel suo ospedale
di Franca Giansoldati
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Martedì 10 Marzo 2020, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 08:28

SAN GIOVANNI ROTONDO Al tempo del coronavirus davanti al piazzale ormai non transitano più le file di autobus. C'è solo qualche auto che di tanto in tanto movimenta la strada che porta alla vecchia chiesa. Il santuario di San Pio, uno dei luoghi più visitati in Italia con 5 milioni di fedeli l'anno, si è svuotato di colpo.

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Nel principale santuario nazionale in questi giorni regna un silenzio quasi irreale, non consueto da queste parti, perché completamente privo di quel chiacchiericcio di sottofondo tipico delle folle in movimento, delle comitive chiassose composte da gente semplice, proveniente da tutta Italia, spesso per chiedere una grazia al frate degli umili, il cappuccino delle stimmate sepolto nella cripta tutta d'oro.

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Già quando era in vita Padre Pio catturava muoveva folle impressionanti. Le persone aspettavano anche giorni, pigiate come sardine, una accanto all'altra per poterlo vedere, toccare, farsi confessare. Persino da morto ha fatto lo stesso esercita alimentando la religiosità dei semplici. Folle che hanno continuato a concentarsi ordinate nel perimetro delle due chiese, quella vecchia e il santuario nuovo progettato da Renzo Piano, vanto assoluto in questo paesone nel Gargano che campa praticamente di turismo.

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Tutto andava a gonfie vele fino a che non è arrivato il virus, davanti al quale anche la potenza di Padre Pio è sembrata dissolversi, facendo prevalere la paura, sentimento primordiale e potentissimo. E così ora tutto è chiuso e sigillato. Le otto messe quotidiane che celebravano i frati alternandosi per far fronte alle richieste dei fedeli si sono ridotte solo a tre messe ma a porte chiuse. TelepadrePio le trasmette in streaming, ma naturalmente non è la stessa cosa. «Il fatto è che si è scatenata la paura e non c'è gente. Le disdette sono continue» spiega Stefano Campanella, direttore dei TelePadrePio.

Le misure messe in campo dai frati sono quelle che hanno preso tutte le diocesi in base al decreto del governo. Fino al 3 aprile il blocco rimarrà tale e quale, sperando che l'epidemia passi e che per Pasqua ci sia una svolta definitiva e la ripresa dei pellegrinaggi. Il virus ha fatto saltare persino la traslazione della salma dalla cripta decorata da Rupnik al vecchio santuario per farla vedere meglio alla folla dei fedeli. Un appuntamento che era fissato per il 29 marzo ma è stato fagocitato dagli effetti collaterali del micidiale Covid-19. Una sigla che i frati cappuccini ricorderanno bene a lungo.



«Da ieri abbiamo iniziato a celebrare senza fedeli. Abbiamo sanificato i santuari, quello vecchio e quello nuovo utilizzando potenti sostanze germicide. C'è ovunque un grande silenzio tipico dell'attesa, una calma irreale e non prevista, una cappa di sbigottimento. Nel periodo invernale, diciamo da dicembre a marzo, i pellegrinaggi solitamente diminuivano per poi avere però picchi da quando veniva effettuata la traslazione della salma. I flussi continuavano per tutta l'estate. Vedere i santuari così fa impressione» dice ancora Campanella.

A seminare ancora più panico il fatto che nell'ospedale fondato da Padre Pio, la Casa Sollievo della Sofferenza – situata nei pressi dei santuari - si sono verificati alcuni casi di contagio e un paziente è morto di coronavirus. Di conseguenze diversi medici sono stati messi in quarantena. Si è inoltre diffusa la notizia che non ci sarebbero nemmeno abbastanza tamponi anche se la voce non ha trovato conferme. La paura serpeggia in modo carsico, rende più diffidenti i pellegrini e ormai nessuno vuole più andare al santuario di Padre Pio, nonostante sia notorio che questo santo sia stato l'intercessore di moltissimi miracoli. La paura sembra avere superato la speranza. 



































 

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