Nonna Peppina, 97 anni: «Da gennaio non vedo figli e nipoti per paura del contagio. É dura»

Nonna Peppina con i nipoti
di Rosalba Emiliozzi
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Marzo 2020, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 11:54

«Io sono anziana e sono fragile, non posso ricevere visite né uscire di casa». Nonna Peppina, che vive con la sua dama di compagnia - guai a chiamarla badante - in una frazione terremotata di Fiastra, nelle Marche, ha preso molto sul serio le direttive del Governo. Segue tutti i giorni la tv, i talk show e in particolare le interviste di medici e infettivologi sul Codiv-19. «Lo dicono sempre in televisione, chi ha più di 65 anni deve stare a casa se non si vuole ammalare e io resto a casa» dice nonna Peppina, 97 anni compiuti da tre mesi e quella tempra che l’ha portata a essere la donna simbolo della resistenza nei luoghi colpiti dal sisma, di un attaccamento profondo alla propria terra tanto da meritare un decreto che porta sul suo nome: il salva Peppina.



Visite da due mesi nonna Peppina non ne riceve più. E i parenti stretti si guardano bene dall’andare a Moreggini di Fiastra. «Mio figlio Alberto è un medico a Malattie infettive a Roma e mia figlia Caterina è infermiera nel reparto di  Medicina dell’ospedale di Pesaro, provincia dove ci sono 72 casi di Coronavirus accertati - dice Gabriella Turchetti, farmacista e figlia di nonna Peppina - Noi tutti ci guardiamo bene dall’abbracciarla o dal baciarla, sono due mesi che adottiamo la massima cautela con lei. Io poi ho la farmacia a Campocavallo di Osimo dove di recente sono stati riscontrati casi di Coronavirus, io e le colleghe serviamo i clienti con mascherina e guanti». 

A cadenza settimanale Gabriella da Castelfidardo, dove abita, va a Fiastra, in provincia di Macerata, per portare la spesa: «Mamma sta bene, ma io non la tocco in nessun modo. Sono cautele che vanno usate, avevo capito da tempo la pericolosità di questo virus».

 

Qualche giorno fa la casa di nonna Peppina, distrutta dal sisma del 2016, è stata demolita, lei con rammarico ha guardato la scena dalla finestra della sua casetta di legno che si trova proprio davanti l’abitazione. Ha pianto, poi le parole del genero Maurizio Borghetti l’hanno rincuorata: «Vedrai che presto la ricostruiscono e potrai andare a vivere a casa tua».

© RIPRODUZIONE RISERVATA