Coronavirus Lombardia, 93 casi a Milano e provincia. Gallera: «Zona rossa nella bergamasca? Impennata casi dato oggettivo»

Coronavirus Lombardia, Gallera: «Zona rossa nella bergamasca? Impennata casi dato di fatto»
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Martedì 3 Marzo 2020, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 20:20

Il coronavirus si diffonde ancora in Lombardia. «Anche noi abbiamo avuto dei casi in Regione, quindi può essere che ci sia anche un dipendente comunale sui 93 positivi a Milano». Così ha risposto l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, alla domanda se la Regione ha notizia di un dipendente del Comune di Milano positivo al Coronavirus. Il dato si riferisce al numero dei contagi nella provincia.

«Stiamo valutando l'opportunità di estendere la zona rossa sulla base di alcuni criteri epidemiologici, geografici e di fattibilità della misura». Lo ha detto il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro nella conferenza stampa alla protezione civile parlando dell'area del bergamasco. «Stiamo analizzando con la Lombardia con grande attenzione su nuovi casi per comuni della cintura bergamasca - ha aggiunto - e stiamo vedendo con i dati d'incidenza e in base ai tassi di riproduzione del virus».


E poi. «Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha telefonato a me e all'assessore Forono» per comunicarci che a breve saranno a disposizione «14 medici e 20 infermieri militare» che nei giorni successivi arriveranno a «20 medici e 20 infermieri»: lo ha detto l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. 

«A oggi i posti in terapia intensiva destinati al coronavirus in Lombardia sono diventati 220 rispetto ai 167 occupati: abbiamo un buon margine ma stiamo predisponendo altri posti, tra alcuni giorni altri 50». Lo ha detto l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera durante la consueta conferenza stampa in videoconferenza.

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«È un dato oggettivo il forte incremento dei casi» di Coronavirus nella zona bergamasca di Alzano Lombardo. L'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera lo ha detto rispondendo a una domanda sulla possibilità di nuove zone rosse. «Abbiamo chiesto all'Istituto Superiore di Sanità di fare valutazioni e suggerire a noi e al governo le migliori strategie» ha aggiunto sottolineando che nella zona ora c'è «il numero più alto di contagiati» in Lombardia, più alto anche che nel Lodigiano.

Sono diversi gli hotel e alberghi, anche di lusso, del centro storico di Milano che in seguito alla paura scatenata dal Coronavirus e alle cancellazioni hanno temporaneamente chiuso o stanno per farlo. Hotel dei Cavalieri, Hotel Senato, Hotel Manzoni, The Gray, solo per citarne alcuni. Un effetto domino, quello provocato dal coronavirus nel settore alberghiero, che «non si esaurisce in quattro settimane e che sarà una traversata del Mar Rosso verso la terra promessa della ripartenza». Lo dicono una trentina di direttori d'albergo di Milano e provincia che «dal basso e per fare rete, senza nessuna rappresentanza» si sono uniti in una serie di richieste che a breve invieranno al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al governatore lombardo Attilio Fontana, a partire dall'annullamento della tassa di soggiorno fino al 2021 per gli stranieri. «Il 15% degli alberghi a 4 stelle in città sono chiusi - spiegano -, il 90% delle camere occupate sono andate perse, il personale è ridotto del 70% e quando si saranno esaurite ferie e permessi cosa accadrà?». È questa la preoccupazione dei direttori per i loro dipendenti, che in città sono «decine di migliaia». Con la maggior parte dei Paesi che ha ridotto o chiuso i voli verso l'Italia e in particolare le regioni del Nord e le politiche precauzionali adottate da molte aziende e multinazionali, «il mercato mondiale ci ha bollati come zona rossa, ma noi siamo aperti non abbiamo restrizioni», per questo diventa difficile anche gestire rimborsi e cancellazioni per i clienti, che pur volendo non riescono a raggiungere la città. «In media l'occupazione delle camere di queste due settimane è tra il 15%-20%, con tariffe che sono di bassa stagione, mentre solitamente abbiamo prenotazioni tra l'85% e 95%» grazie alla clientela business e corportate, che con i turisti, ha spiegato la direttrice del Nu Hotel. Tra le richieste dei direttori una su tutte: se dovesse ripresentarsi l'esigenza di spostare le date delle prossime fiere ed eventi in città, vorrebbero un posto al tavolo «come uditori, per dare voce alle nostre esigenze e alle nostre esperienze». E ancora: l'annullamento della tassa di soggiorno almeno fino al 2021 per gli ospiti stranieri, l'annullamento dei pagamenti delle imposte, attivazione di fondi salariali, cassa in deroga per le strutture con meno di 15 dipendenti. «Siamo stati colpiti da qualcosa di inimmaginabile», concludo i direttori. 

 



La Regione Lombardia ha acquistato 2,5 milioni di mascherine chirurgiche e ne ha già consegnate 350 mila ai suoi ospedali. Altrettante mascherine saranno consegnate entro fine settimana. Lo ha reso noto l'assessore al Bilancio Davide Caparini, nel consueto punto giornaliero sull'emergenza coronavirus. In questo modo, ha spiegato, «potremo passare a una programmazione tarata sull'ordinarietà e non sulla straordinarietà come avvenuto fino ad ora». La Regione Lombardia ha inoltre fatto «parecchi ordini di ventilatori polmonari», attrezzature «difficilmente reperibili». Gli ordini effettuati, ha spiegato Caparini, «corrispondono a quelli che una Regione come la Lombardia fa in tre anni». In totale, ha concluso, la Regione ha effettuato acquisti per «47 milioni di euro, 13 milioni trasferiti dalla Protezione civile e i restanti provenienti da risorse proprie della Regione».
 

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