Coronavirus, la pallanuotista Whitelegge lascia l'Italia e torna in America: «Ho troppa paura»

Foto dalla pagina facebook del Bogliasco 1951
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Lunedì 2 Marzo 2020, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 13:26

«Non riesco a rimanere qui. Ho troppa paura e i miei genitori sono ancora più terrorizzati dal coronavirus. Per questo ho deciso di tornare a casa». La campionessa americana della squadra di pallanuoto femminile Bogliasco 1951 di Genova, Rachel Whitelegge, come si legge in alcuni siti locali, tornerà in Usa: ha già comprato il biglietto per l'America. L'atleta ha colto l'invito del presidente degli Usa Donald Trump che aveva consigliato i cittadini americani di stare lontani dall’Italia durante l'emergenza coronavirus. 

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La pallanuotista, quindi, lascierà Genova e tornerà a casa a Costa Mesa in California. Rachel Whitelegge classe '97, gioca come marcatrice del centro e vanta già numerose partecipazioni con diverse nazionali giovanili statunitensi. Nella Bogliasco 1951, è l’unica straniera: le sue 13 compagne di squadre sono tutte nate e residenti in Liguria

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LA REPLICA DELLA SOCIETA' Il Bogliasco 1951 prende atto con rispetto e stupore della decisione di Rachel Whitelegge di far rientro in patria a causa dell'emergenza coronavirus - scrive la società -. Una scelta personale, comunicata dalla diretta interessata alle compagne nelle scorse ore, dettata dai timori derivanti dalla situazione relativa al diffondersi del CoVid-19. Pur non avendo avuto alcun tipo di contatto con persone affette dal virus, Rachel ha preferito porre fine alla sua esperienza nel nostro Paese, optando per un prematuro e inaspettato rientro in California.



"Siamo molto delusi e rammaricati da questa inaspettata situazione - commenta il presidente del Bogliasco, Simone Canepa - abbiamo provato a spiegare a Rachel che, come lei stessa ha avuto modo di appurare negli ultimi giorni, restando a Bogliasco non avrebbe corso nessun pericolo e che la situazione in Italia è assolutamente sotto controllo. Purtroppo ciò che negli altri paesi si sta percependo evidentemente non corrisponde alla realtà del nostro Paese. Abbiamo fiducia nel nostro sistema sanitario e nelle indicazioni che arrivano dalle istituzioni. Quanto alla squadra e agli aspetti prettamente agonistici, la nostra attenzione deve concentrarsi sulla salvezza. Questa inaspettata defezione deve fare capire al gruppo che può andare in acqua solo chi è convinto di poter essere utile alla causa. Chi non pensa di esserlo è meglio che si sia chiamato fuori".

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