Coronavirus Abruzzo, tutti i nodi da sciogliere: norme, comunicazione, materiali, procedure

Coronavirus Abruzzo, tutti i nodi da sciogliere: norme, comunicazione, materiali, procedure
di Stefano Dascoli
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Mercoledì 26 Febbraio 2020, 15:05
L'AQUILA I problemi maggiori, al momento, riguardano gli aspetti organizzativi e gestionali che sono oggetto di riunioni a ripetizione. Anche ieri si è lavorato, per tutta la giornata, per mettere a punto le norme per le regioni cosiddette fuori cluster, ovvero in cui ancora non c'è evidenza di un contagio diffuso da coronavirus. Il primo incontro c'è stato in videoconferenza con il premier Conte e le altre Regioni. Per l'Abruzzo c'erano sia Marsilio che l'assessore Liris. 

Non sono mancate le tensioni - che non hanno riguardato direttamente la nostra Regione - perché sono emerse difficoltà nell'uniformare le decisioni. Basti guardare la questione scuole: per tutta la giornata di ieri in Abruzzo sono circolati falsi whatsapp con presunti annunci di Conte per la chiusura; poi è arrivata la smentita di palazzo Chigi, con l'indicazione a non fermare le lezioni fuori dalle zone rosse; per tutta risposta le Marche hanno optato per lo stop fino al 4 marzo perché la Regione chiederà al governo l'equiparazione con i territori più colpiti. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.

C'è poi tutta la questione uffici pubblici: alcuni (come quello dell'Aquila) hanno sospeso i front-office, tutelando i dipendenti; la Regione Abruzzo ha dovuto fare marcia indietro sulla scelta di imporre la mascherina all'utenza; le farmacie lamentano disparità di trattamento. E così via. C'è chi, insomma, si sente discriminato e non tutelato. E anche chi si è messo in malattia. 

E ancora. Le mascherine scarseggiano e si è deciso di accentrare gli acquisti per evitare, come ha detto il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, disfunzioni e aspetti speculativi. Assofarm, per bocca del presidente, l'aquilano Venanzio Gizzi, ha assicurato che arriveranno nei prossimi giorni. Intanto, però, da Chieti e Avezzano sono letteralmente spariti alcuni dispositivi di protezione: annunciate denuncia alla Procura e indagini interne. Altro tema: chi comanda, realmente? Oggi le indicazioni arrivano da governo e Protezione civile, ma anche le Prefetture stanno tenendo incontri un po' su tutto il territorio. E, ovviamente, la Regione fa la parte del leone. In caso di peggioramento dello scenario, chi assumerà il controllo dell'emergenza? In Abruzzo la Protezione civile è ovviamente in pre-allerta, pronta a ogni evenienza, compresa quella di stabilire già in questa fase i luoghi di una eventuale quarantena. 

Infine c'è la grande questione dell'informazione: chi deve comunicare le notizie su tamponi ed esiti? I dati affluiscono, dalle Asl e dal laboratorio di Pescara (unico riferimento regionale perché anche i kit per le diagnosi scarseggiano), al dipartimento Salute della Regione, ma da oggi non c'è un referente per questo delicatissimo compito. Un vulnus non da poco. 
In serata, ieri, il governatore Marco Marsilio ha presieduto un incontro con le Prefetture, le Asl abruzzesi e i relativi comitati dei sindaci per un aggiornamento sulla situazione, per informare sulle decisioni adottate e per evitare, come dice lo stesso presidente, «protagonismi istituzionali». 
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