Leiva, l'indispensabile: lo scudetto passa anche i piedi del regista brasiliano

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di Daniele Magliocchetti
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Mercoledì 26 Febbraio 2020, 07:30
Il Signore della Terra di Mezzo. Nel miglior centrocampo del campionato, il più vario e completo d’Italia, accanto a due mezze ali strutturate e forti fisicamente come Luis Alberto e Milinkovic, spicca Lucas Leiva. Un giocatore tosto, non altissimo, ma pronto a tutto pur di emergere. Il suo ruolo principale è stare davanti alla difesa, ma si sposta di continuo per cominciare la fase difensiva, contrastare e dare assistenza ai compagni; accompagna le folate offensive della Lazio per poi ricomparire in un istante vicino ad Acerbi. E’ il direttore d’orchestra d’Inzaghi. Un moto perpetuo, nonostante i suoi trentadue anni. Tre stagioni fa, dopo una corte spietata e insistente di Tare, il Liverpool l’ha ceduto, forse a cuor leggero, convinto che fosse un giocatore sul viale del tramonto. Invece, eccolo là, a correre senza tregua in ogni partita ed essere uno dei punti di forza di questa Lazio che sfida la Juve per lo scudetto. A cantarne le lodi c’è Klopp che l’anno scorso ammise di aver sbagliato a cederlo, anche Coutinho che considera un fratellino. Ma soprattutto c’è Steven Gerrard che da lontano non fa che ammirarlo: «La Lazio gioca benissimo, poi c’è Lucas che la guida, faccio un tifo matto per i biancocelesti».

IL COWBOY CANTERINO 
E’ un punto di riferimento importante nello spogliatoio. In allenamento mena come un fabbro, non tira mai indietro la gamba, con Inzgahi che spesso lo richiama per la troppa veemenza che mette nelle partitelle. Non ha soprannomi, per tutti è semplicemente Lucas. Un mediano coi piedi educati, ruba palloni ma sempre brasiliano è. Un ragazzo semplice: gira con una Renault e sempre in compagnia della sua famiglia, la moglie Arianna e i due suoi figli. La femmina pazza per il nuoto, il maschio, che gioca a calcio nella Lazio, è uno di quei ragazzini che alla fine di ogni gara casalinga, corre sul campo e combatte col piccolo Inzaghi per la conquista della palla, facendo divertire i tifosi. Un giocatore carismatico, un leader vero, ma di quelli che non hanno bisogno di pronunciare tante parole. Oltre al calcio ha la passione dei cavalli, a Durados, un comune brasiliano del Mato Grosso do Soul dove è nato e cresciuto, ha un ranch o fazenda come ama chiamarla lui, con duecento cavalli. Quando cavalca usa il “Lazo americano”, quello dei cowboy. Ma non è tutto. Da un po’ Luis Alberto, l’amico del cuore insieme a Luiz Felipe, è rimasto impressionato dalle doti canore di Leiva che da qualche mese ha cominciato a prendere lezioni di chitarra. La Lazio era nel suo destino. Lucas è nato il 9 gennaio, lo stesso giorno del compleanno del club. Chi lo conosce bene, sogna di vincere lo scudetto, ma se accadrà dovrà di cantare a squarciagola all’Olimpico uno degli inni della squadra davanti a 60.000 persone. La scommessa tricolore è partita. 
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