Raffaello, è polemica per il prestito del "Leone X", si dimette il comitato scientifico degli Uffizi. Schmidt replica: «Era indispensabile»

Leone X secondo Raffaello
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Martedì 25 Febbraio 2020, 13:41 - Ultimo aggiornamento: 15:05
Bufera sul ritratto di Leone X di Raffaello. Sulla sua apertura al pubblico ancora incombe l'incubo della epidemia coronavirus, ma fa già discutere la grande mostra su Raffaello in programma alle Scuderie del Quirinale, dal 5 marzo al 2 giugno. In polemica con il prestito a Roma del ritratto di Leone X (che per l'occasione è stato restaurato dall'Opificio delle pietre dure grazie ad un finanziamento di Lottomatica), si dimette in blocco, oggi, il comitato scientifico degli Uffizi. Il direttore del museo Eike, Schmidt, ha replicato che quell'opera era «indispensabile» per la mostra.

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In una lettera indirizzata agli enti che li hanno nominati, dal ministero all'università al comune di Firenze, Donata Levi, Tomaso Montanari, Fabrizio Moretti e Claudio Pizzorusso, spiegano di aver lavorato per mesi alla lista delle opere inamovibili del museo, 24 in tutto, lista approvata anche dal direttore Eike Schmidt. Con queste motivazioni, nella riunione del 9 dicembre 2019, il prestito del ritratto di Leone X, citato al numero 21 della lista come opera identitaria del museo fiorentino, era stato negato.

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«Oggi siamo venuti a conoscenza dalla stampa - si legge nella lettera del comitato scientifico - che
il dipinto si trova già nella sede espositiva di Roma. (...) pensiamo che tenerci occupati per mesi nella stesura di liste poi inapplicate vanifica l'esistenza stessa del comitato». E aggiungono: «Pensiamo che le dimissioni collettive del comitato scientifico del più importante museo italiano renda ineludibile un ripensamento e una ridefinizione del ruolo dei Comitati Scientifici nel governo dei musei autonomi».

La grande mostra su Raffaello «non poteva fare a meno del Leone X, un capolavoro che tra l'altro è in ottima salute e in perfetta condizione di viaggiare a Roma dopo il restauro dell'Opificio delle pietre dure di Firenze».
Interpellato sulla polemica che ha portato oggi alle dimissioni in blocco del Comitato scientifico degli Uffizi, il direttore del museo fiorentino Eike Schmidt rivendica la scelta fatta in in contrasto con le indicazioni dell'organo consultivo del museo.

«Rivendico pienamente il patriottismo di questa decisione in difformità con quanto suggerito dal Comitato consultivo delle Gallerie degli Uffizi - si accalora il direttore Eike Schmidt - la grande mostra su Raffaello è un
evento culturale epocale, sarà uno dei grandi motivi di orgoglio dell'Italia nel mondo intero quest'anno, non poteva fare a meno del Leone X». Gli Uffizi, aggiunge, «sono orgogliosi di aver potuto instaurare questa collaborazione straordinaria con le Scuderie del Quirinale e di poter contribuire, con tutte le nostre forze scientifiche e con una cinquantina di opere, ad una esposizione che già fin da ora è destinata ad entrare nella
storia della museologia mondiale».
 
 
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