Fregene, finisce all’asta il “campo” sportivo creato dai pionieri

Fregene, finisce all’asta il “campo” sportivo creato dai pionieri
di Fabrizio Monaco
3 Minuti di Lettura
Martedì 25 Febbraio 2020, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 12:49
L’incubo si avvicina. Il 1° aprile, salvo sorprese, il Campo sportivo di Fregene andrà all’asta. Un epilogo tristissimo per l’unico bene collettivo del centro balneare realizzato nel corso di decenni da tanti illustri cittadini in una sorta di gara della solidarietà che ha pochi precedenti sul litorale romano. L’annuncio pubblicato sul sito delle aste giudiziarie non consente equivoci: «Fregene, via Fertilia, vendesi complesso sportivo polifunzionale costituito su un’area di 18mila mq composto da magazzini, segreteria, infermeria, spogliatoi, bar, uffici, campo da calcetto, campo da calcio, tribune, appartamento del custode. Prezzo base stabilito: 740mila euro, offerta minima 550mila, vendita all’asta il 1° aprile 2020 ore 14.30».

Un colpo al cuore per tutti quelli che hanno contribuito, mattone dopo mattone, a realizzare un impianto sportivo di prim’ordine. Il complesso, infatti, è gravato dalla vertenza finanziaria tra l’attuale dirigenza della società e il Credito sportivo che non ha ricevuto le rate di rimborso del prestito fatto nel 2008 per rinnovare campo, tribune e spogliatoi. Il Gruppo Federici, ancora oggi proprietario del terreno, garantì in quell’occasione il prestito, ma i rimborsi aspettavano alla società che beneficiò del finanziamento, in seguito non onorato. Dopo una lunga trattativa tra le parti alla fine è arrivata la decisione del Tribunale di Civitavecchia: l’impianto va all’asta. «Sarebbe uno scandalo perdere un bene creato con enormi sacrifici da tutti – commenta Vittorio Bitelli, uno dei decani della località che ha contribuito a realizzare la struttura – così si distrugge tutto, società e polisportiva, permettendo speculazioni sulla pelle dei cittadini. Se fossero stati vivi i fondatori non si sarebbe mai arrivati a questo sfacelo».

Nata nel 1948 la S.S. Fregene è stato un piccolo miracolo, nell’immediato dopoguerra si trovarono nel centro balneare una serie di gruppi familiari provenienti da zone molto diverse della Penisola.
La diffidenza era la regola, il conflitto aveva messo tutti a dura prova. «Fu in questo clima di lotta per la sopravvivenza che alcuni pionieri lanciarono la proposta di realizzare la società sportiva – ricorda Vittorio Marcelli, altro pioniere – proprio intorno a quella idea si è cementato un gruppo trainante che diventerà negli anni successivi un punto di riferimento per tutti. Attraverso lo sport iniziava a farsi largo tra i residenti un comune sentire, un sentimento di identità collettiva fino ad allora sconosciuto. È da quel momento che Fregene comincia a diventare una vera comunità». Prima il campo di calcio, poi lo spogliatoio, quindi la tribuna, quindi il bar e a seguire tutto il resto, campo da bocce, tennis, calcetto, ma anche spazi ludici, feste campestri, biciclettate, tornei di scacchi. Un riferimento sicuro per migliaia di ragazzi tolti dalla strada e indirizzati verso discipline sportive. A un certo punto arrivò anche il “Pallone”, una copertura del campo di pattinaggio trasformato in una grande sala dove svolgere feste, incontri e le prime affollate assemblee pubbliche. «Sarebbe gravissimo perdere questo patrimonio collettivo – interviene Paola Meloni, consigliere comunale – la Polisportiva è una grande realtà, centinaia di ragazzi svolgono ancora oggi lì le loro attività. Potrebbe essere acquistata all’asta da un privato che potrebbe azzerare tutto questo, non possiamo rassegnarci a una fine simile». Un baratro senza alcuna via d’uscita? Una flebile speranza c’è, quella che il Gruppo Federici, proprietario del terreno, ora che il giudice ha fissato la valutazione della base d’asta, presenti prima del 1° aprile un’offerta transattiva. A quel punto, liberato dal vincolo, l’impianto passerebbe al Comune diventando proprietà pubblica. «E attraverso un bando ne affideremmo la gestione alla nuova società sportiva», commentano gli amministratori. Una mossa che scongiurerebbe un incubo, per Fregene il peggiore pesce d’aprile della sua storia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA