Proteste #MeToo a Broadway contro il ballerino Ramasar, licenziato e poi reintegrato dal Nycb più di un anno fa

Il ballerino del New York City Ballet Amar Ramasar
di Simona Antonucci
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Lunedì 24 Febbraio 2020, 21:00 - Ultimo aggiornamento: 21:11

Polemiche all'insegna del #MeToo a Broadway per la nuova versione di West Side Story: un coro di proteste ha salutato il revival del musical creato da Leonard Bernstein e Steven Sondheim e ispirato al Romeo e Giulietta di William Shakespeare.

Un centinaio di donne con cartelli e slogan - tra questi
Via i predatori dal palcoscenico - hanno chiesto a gran voce l'esclusione dal cast di Amar Ramasar, che l'anno scorso venne  prima licenziato e poi reintegrato dal New York City Ballet. L'accusa per il ballerino, mai formalizzata in una denuncia, era quella di  scambio inappropriato di messaggi tra colleghi con foto sessualmente esplicite”. Un presunto scambio, avvenuto comunque fuori dal luogo di lavoro, che ha coinvolto anche il collega Zachary Catazaro, prima licenziato e poi riammesso. Catazaro, a differenza di Ramasar, ha preferito continuare la sua carriera all'estero e ora è in tour con Eleonora Abbagnato, dopo aver danzato insieme a Roma.

Ramasar, fu allontanato dall'istituzione americana, mentre le indagini interne al teatro erano ancora in corso, ma in seguito, sostenuto da colleghi e dal sindacato di categoria, oltre che da una squadra di avvocati, fu riammesso a tutti gli effetti nella compagnia di danza, ormai quasi un anno fa.

Trentotto anni, cresciuto nel Bronx, Amar è di madre portoricana, padre di Trinidad, con un nonno indiano: un “sangue globalizzato” che lo ha portato a essere uno dei pochi ballerini americani-asiatici e l'unico danzatore di colore del New York City Ballet. «Una delle mie più care amiche è proprio Misty Copeland», racconta. 

A tredici anni entra nell'American Ballet, dopo aver visto in video  “Agon” di Balanchine («prima conoscevo soltanto salsa e merengue ballati dai miei genitori»). L'ingresso nel New York City Ballet  e spettacoli ovunque nel mondo, compresa Broadway dove interpreta “Carousel”, vincitore di Tony Awards. «Ma il Nycb è la mia casa», dice. E infatti, lo scorso aprile, quando il teatro lo richiamò, ammettendo di aver esagerato, non esistò a rientrare dichiarando «non vedo l'ora di tornare a lavorare con i colleghi di sempre».   

Ma da quando ha debuttato a Broadway sono riprese le polemiche e c'è stata una petizione per rimuovere dal cast il ballerino a cui, però, è arrivato finora il sostegno della produzione: «L'incidente - si legge in una nota - è avvenuto in un diverso luogo di lavoro ed è stato risolto in base alle regole di quell'istituzione. Qui da noi Amar non ha fatto mai niente di male».
 
Il revival di
West Side Story, diretto da Ivo van Hove e prodotto da Scott Rudin, Barry Diller e David Geffen, ambienta il musical del 1957 «nel mondo emerso con l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca», ha spiegato il regista al Guardian. Ramasar ha il ruolo di Bernardo, il capo della gang portoricana degli Sharks e il fratello maggiore della bella Maria la cui aria I Feel Pretty, resa celebre dal film premio Oscar nel 1961, è stata sacrificata nella nuova versione.  

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