Qui Montecitorio
di Marco Conti

Coronavirus, chi vince e chi perde
nel gioco della politica italiana

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Domenica 23 Febbraio 2020, 17:55
ROMA La politica è cinismo e il calcolo di chi ci guadagnerà dal coronavirus in molti hanno cominciato già a farlo. Proviamo anche noi.




Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio ha smesso giacca, cravatta e fazzoletto a tre punte nel taschino e si è gettato nella mischia di interminabili riunioni nella sede della Protezione Civile che si è trasformata in una sorta di Palazzo Chigi 2.0. Il premier non si è fatto scappare l’occasione di molte dirette tv per tranquillizzare e illustrate le misure adottate dal governo. Ha colto immediatamente l’appello all’unità e alla responsabilità del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ha informato anche i partiti d’opposizione creando una sorta di unità nazionale. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, la sua posizione si è irrobustita e il duello con Matteo Renzi è passato molto in secondo piano. 👍




Matteo Renzi. Ha spento immediatamente i riflettori su di sè arrivando a cancellare anche il faccia a faccia con il premier previsto in settimana. Congelare le  polemiche era il minimo che potesse fare l’ex sindaco di Firenze e l’emergenza sanitaria ha offerto a Renzi anche una strada per uscire da una contrapposizione che per molti versi è sembrata senza via d’uscita. Vedremo presto in Parlamento se questo afflato di unità nazionale reggerà al momento del voto su provvedimenti come il Milleproroghe e il decreto intercettazioni. Uno stand by che aiuta ma non risolve. 👍




Nicola Zingaretti. L’assemblea nazionale di sabato scorso aveva poco da offrire. L’elezione a presidente della semi sconosciuta sindaca di Marzabotto, mai iscritta al Pd, segna una deriva populista dei dem che issano nel ruolo più alto, anche se soprattutto onorifico, un’ex Leu molto vicina al movimento delle Sardine. L’emergenza da coronavirus obbliga il Pd a rinviare la resa dei conti con Renzi e in teoria offre, sia al segretario Pd che a Conte e a Renzi, il tempo per trovare un’intesa soprattutto sulle nomine. Fallita la caccia ai responsabili, Zingaretti sabato  ha dovuto anche incassare la contrarietà di autorevoli esponenti del Pd che non vogliono “coraggiosi” o “voltagabbana” nella maggioranza. Il rischio che sia ancora il Pd a pagare il prezzo più alto della stabilità, torna ad essere concreto. 👎




Vito Crimi. Il Movimento è nel caos. Il nuovo rinvio degli Stati Generali segnano la difficoltà dei grillini a trovare il successore a Luigi Di Maio che in realtà non sembra essersene mai andato e in alcuni momenti topici (vedi le nomine Rai) ha fatto sentire tutto il suo peso. Il reggente fatica a tenere unito il Movimento ma al momento è l’unico che sembra in grado di poter esercitare un minimo di coordinamento. Lo attendono però momenti non facili anche se alcuni bocconi amari (vedi la vicenda Autostrade)  potrebbero essere attutiti proprio dall’emergenza sanitaria. ✊




Matteo Salvini. Il focolaio di infezioni si è svelato in Lombardia, regione che la Lega amministra da anni e che ha dimostrato di avere più di qualche falla sul fronte sanitario. Il virus non arriva dai barconi, la sua amica Marine Le Pen se la prende con l’Italia, ma la retorica sovranista trova qualche sponda ora che la globalizzazione appare in tutta la sua complessità. L’intesa con il governo dei suoi governatori, Fontana e Zaia, non frena il leader leghista che continua ad attaccare il governo sperando ancora nelle elezioni subito anche se proprio il diffondersi del virus rende la prospettiva irrealizzabile.✊




Giorgia Meloni. Ha chiesto a Conte di riferire in Parlamento ricevendo una telefonata da palazzo Chigi attraverso la quale la leader di FdI ha potuto offrire tutta la sua collaborazione. Non speculano gli esponenti di FdI, anche se aspettano al varco il governo pronti ad attaccare qualora le misure adottate dovessero risultare inefficaci. Una distinzione significativa dall’alleato leghista. Non la prima. 👍




Silvio Berlusconi. Non pervenuto, o quasi. Anche se poi ha alzato il telefono e ha chiamato il presidente del Consiglio Conte che lo aveva cercato il giorno precedente. Il Cavaliere non si espone. Qualcuno sostiene che manovri da dietro anche i presunti “responsabili”, pronto a dare il suo sostegno nel momento d’emergenza. Fisicamente prova Antonio Tajani a supplire all’assenza fisica del leader azzurro cercando di dare ad uno sbandatissimo partito un minimo di punto di riferimento. Se la situazione sanitaria del Paese dovesse però peggiorare, c’è da scommettersi che sarà proprio Berlusconi a chiamare le opposizioni ad unirsi al governo. ✊
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