Quando la settimana bianca è una vera montagna da scalare

di Veronica Cursi
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Venerdì 21 Febbraio 2020, 00:00
È tempo di settimana bianca. Ludovica decide di portare i suoi tre figli di 4, 5 e 7 anni a sciare. Un lusso, per carità, ma se proprio non avete il sacro fuoco dello sci, la montagna con i bambini piccoli può rivelarsi un’impresa titanica. Fin dalla partenza. Perché la mamma italiana si sa è geneticamente diversa da tutte. Le altre madri, arrivate in volo da ogni dove, hanno a malapena una valigia a testa. Noi, no: viaggiamo con montagne di bagagli al seguito, neanche stessimo espatriando. E se dovesse fare troppo freddo? O troppo caldo? Meglio non farsi trovare impreparate. E allora ecco il carico di pile, tute, magliette termiche, maschere, guanti, doposcì.

Ma è il primo giorno in cui il bambino mette gli sci ai piedi che la pazienza del genitore viene messa duramente alla prova. Mezz’ora solo per vestirli tra lamenti che riempiono le orecchie: «Mi danno fastidio i calzini», «gli scarponi fanno male», «non riesco a camminare». E una volta arrivati in vetta, la frase che nessuno vorrebbe mai sentire: «Mi scappa la pipì». La situazione sta precipitando. E quando pensi che il prossimo anno fingerai una riunione straordinaria di lavoro a febbraio, ecco che arrivano loro, gli angeli delle nevi, i maestri di sci. Con loro tutto sembra più facile: gli scarponi si infilano come ciabatte da mare e i bimbi disperati ritrovano il sorriso. E anche per te può iniziare la vacanza. 
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