Monumenti illuminati di giallo in ogni città per far conoscere l'endometriosi: «Una malattia che distrugge la vita»

Monumenti illuminati di giallo in ogni città per far conoscere l'endometriosi: «Una malattia che distrugge la vita»
di Beatrice Martelli
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Giovedì 20 Febbraio 2020, 18:05 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 08:20

In comune hanno i dolori che hanno sofferto, le peregrinazioni da un medico all’altro e una lista di diagnosi sbagliate alle spalle, sul corpo le cicatrici delle operazioni affrontate: sono un gruppo di donne ternane affette da endometriosi, una malattia ginecologica altamente invalidante, caratterizzata dalla presenza di cellule endometriali di norma presenti nella cavità uterina in altri organi. Farida, Jenny, Roberta e Antiniska, questi i loro nomi, si stanno muovendo in vista di marzo, mese della consapevolezza dell’endometriosi, per iniziare «una crociata contro la disinformazione e le problematiche legate alla malattia, perché altre donne possano evitare anni di sofferenze», come spiega Farida. E chiedono che in ogni città d'Italia i monumenti siano illuminati con una luce gialla il 28 marzo prossimo, giornata dedicata a questa malattia. Perché, spiega Antiniska, «l’endometriosi stravolge la vita, intaccandone la qualità».

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Questa patologia, infatti, la cui gravità si misura in quattro stadi, ha sulla paziente molte conseguenze fisiche e psicologiche, come nausea, cefalea, mal di schiena, infertilità, problemi urologici, dolori durante i rapporti sessuali e alla minzione, ed in generale un dolore cronico per il quale ad oggi non esiste una reale cura. Le conseguenze dirette spesso sono problemi psicologici, sociali e relazionali, complici la totale mancanza di una diagnosi tempestiva, di tutele lavorative ed economiche legate alle terapie e il trattamento adeguato anche per le pazienti affette da endometriosi al primo e al secondo stadio, non incluse nei livelli essenziali di assistenza; per ottenere una diagnosi, spesso fatta solo in centri specialistici, ci vogliono dai 6 ai 9 anni e i costi annui per gestire i disturbi sono sui 3500 euro a donna.
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Eppure, per molti è ancora una patologia invisibile; «l’endometriosi però c’è, e ti distrugge in tanti modi diversi, devasta il tuo fisico e il tuo essere donna» continua Farida.  E infatti ne è affetta in media una donna su dieci, per un totale di circa 3milioni di donne in Italia. «Troppe volte le donne non sono comprese nemmeno dai medici, venendo etichettate come lamentose, poco tolleranti al dolore, pigre e, nella maggioranza dei casi, stressate» racconta Jenny. «Queste frasi fanno più male e sono più indelebili delle cicatrici degli interventi. Per me è stata richiesta la consulenza di un neuropsichiatra, mi hanno prescritto ansiolitici ed antidepressivi; quando è arrivata la diagnosi, è stata una condanna e una liberazione. La mia sofferenza aveva un nome e io non ero pazza». Queste quattro amiche, in futuro, progettano di unirsi in un’associazione, ma per il 28 marzo, giornata mondiale dell’endometriosi e giorno dell’«EndoMarch» di Roma hanno già ottenuto di illuminare la Lancia di Luce di Pomodoro di giallo, il colore che rappresenta la patologia.

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