Saluto fascista durante la processione, l'ex sindaco rischia il processo

Saluto fascista durante la processione, l'ex sindaco rischia il processo
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 18 Febbraio 2020, 18:15
Non ha mai rinnegato la sua appartenenza alla destra storica, anzi intervistato dalla trasmissione di Radio 24 La Zanzara ha rivendicato la sua presenza costante a Predappio, centro in provincia di Forlì-Cesena, sulla tomba del duce, dove ogni anno si radunano i nostalgici del Ventennio.

Ora, però, dopo il plateale gesto del saluto romano indossando la fascia tricolore di sindaco di San Giorgio a Liri, durante la processione al santuario della Madonna di Canneto, è finito sotto indagine e rischia il rinvio a giudizio. Si tratta di Modesto Della Rosa, 60 anni, missino da sempre, eletto deputato nel 1994, ex vicesindaco di Cassino, ex consigliere provinciale, ex sindaco e attuale vicesindaco di San Giorgio a Liri.

Una storia, quella del saluto romano durante la processione, dopo l'onda mediatica dell'autunno del 2018, per molti finita nel dimenticatoio, ma non per la polizia e per la Procura di Cassino. Nei suoi confronti la Procura, dopo un anno e mezzo, ha concluso le indagini e gli ha notificato nelle scorse ore il rituale avviso. «In qualità di sindaco di San Giorgio a Liri - gli contesta la Procura - in rappresentanza del Comune, durante la processione in onore della Madonna di Canneto, quindi un evento religioso, faceva più volte il saluto romano, evocativo del disciolto partito fascista, esaltandone, così, i principi». Insomma Modesto Della Rosa con quel saluto, in veste ufficiale di sindaco, avrebbe esaltato i principi del disciolto (per legge) partito nazionale fascista. Ciò è vietato dalla legge, la numero 52 del 1952, la cosiddetta legge Scelba: rischia fino a tre anni e una multa da mille euro.

Il fatto risale al 21 agosto 2018. L'allora sindaco Modesto Della Rosa era in processione in veste ufficiale, indossando la fascia di sindaco, con il gonfalone della cittadina della Valle dei Santi, con altri due amministratori comunali (l'ex assessore alla Cultura Ilenia Nardone e l'ex vicesindaco Massimo Terrezza), quando fu immortalato con la mano tesa. Romanamente tesa, sostiene la Procura. La foto, dopo qualche settimana, rimpallò sui social e il caso del sindaco che fa il saluto romano finì all'attenzione dei media. Lui, l'ex sindaco Della Rosa, si è sempre difeso sostenendo di aver solo risposto in maniera goliardica ad alcuni giovani.

«Mi hanno salutato romanamente dicendomi ave sindaco e ho risposto ave cives», dichiarò Modesto Della Rosa. Ma quella foto è finita anche all'attenzione degli agenti del commissariato di Cassino, i quali hanno ascoltato i presenti e acquisito anche qualche intervista rilasciata da Delle Rosa. Ora l'ex sindaco, rappresentato dall'avvocato Giuseppe Di Mascio, ha venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogato o depositare una memoria difensiva. La difesa, ovviamente, si soffermerà sui precedenti giurisprudenziali della Corte di Cassazione che hanno prosciolto diversi imputati in ogni angolo d'Italia per aver fatto il saluto romano e chiederà l'archiviazione.
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