Papa Francesco manda i futuri nunzi a fare pratica nella giungla o nelle baraccopoli

Papa Francesco manda i futuri nunzi a fare pratica nella giungla o nelle baraccopoli
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Lunedì 17 Febbraio 2020, 17:11

Città del Vaticano – Una specie di anno sabbatico nella foresta amazzonica, nelle baraccopoli o in aree particolarmente disagiate e periferiche. Sicuramente lontani dai centri di potere. Si tratta di un sistema che Papa Francesco ha individuato e introdotto nel percorso di studi, accademici e diplomatici dei futuri nunzi apostolici. «A conclusione dei lavori della recente Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Pan-Amazzonica, ho manifestato il desiderio che i sacerdoti che si preparano al Servizio diplomatico della Santa Sede dedichino un anno della loro formazione all'impegno missionario presso una Diocesi” ha stabilito il Papa, rendendo sistemica questa novità. «Sono convinto che una tale esperienza potrà essere utile». Più volte ha detto che considera il sacerdozio come una missione da esercitare ovunque, avendo ben presente i problemi e il grido di chi non ha voce. 

La missione che un giorno sarete chiamati a svolgere vi porterà in tutte le parti del mondo. In Europa bisognosa di svegliarsi; in Africa, assetata di riconciliazione; in America Latina, affamata di nutrimento e interiorità; in America del Nord, intenta a riscoprire le radici di un'identità che non si definisce a partire dalla esclusione; in Asia e Oceania, sfidate dalla capacità di fermentare in diaspora e dialogare con la vastità di culture ancestrali». 

Per attutire lo choc di tanti futuri diplomatici abituati agli ambienti ovattati delle ambasciate il Papa ha assicurato che “superate le iniziali preoccupazioni, che potrebbero sorgere di fronte a questo nuovo stile di formazione per i futuri diplomatici della Santa Sede, l'esperienza missionaria che si vuole promuovere tornerà utile non soltanto ai giovani accademici, ma anche alle singole Chiese con cui questi collaboreranno”.

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