I vivaisti dicono addio a San Pellegrino in fiore 2020: «Non c'è più tempo, il Comune non risponde»

I vivaisti dicono addio a San Pellegrino in fiore 2020: «Non c'è più tempo, il Comune non risponde»
di Luca Telli
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Domenica 16 Febbraio 2020, 16:50
Tempi che si assottigliano e poche certezze, standisti in fuga da Viterbo in fiore. Un fuggi fuggi per ora ipotetico visto che, a oggi, i dubbi sulla realizzazione della manifestazione non sono ancora stati sciolti. Di certo c’è la posizione dei vivaisti, la stessa da Gorizia a Nettuno: «Venire a Viterbo, in questi termini, è impossibile».

A spaventare è il vuoto lasciato dall’addio del comitato organizzatore, che nel corso degli anni aveva tessuto relazioni e allacciato contatti, e l’incertezza con la quale la macchia organizzativa si sta muovendo. «Fino allo scorso anno, già a dicembre, venivamo contattati spiega Davide Cipriani, vivaista di Velletri stavolta invece solo silenzio: neppure una chiamata o una risposta, tanto che è partita una catena tra noi standisti per capire cosa stesse succedendo».

Parole che trovano conferma in quelle di Stefano Antonetti, impresa che si occupa di piante aromatiche a Nettuno: «Più volte ho chiamato in Comune ma nessuno è stato in grado di dirmi qualcosa spiega - : i primi a non avere le idee chiare credo siano loro». La via tracciata nei giorni scorsi dal sindaco Giovanni Arena, quella di un bando, sembra la ripetizione del film già visto lo scorso ottobre con il villaggio di Natale. Strada inconciliabile con tempi ridotti all’osso, a meno di due mesi e mezzo al taglio del nastro.

«Pochi per mettere in piedi un evento che richiama migliaia di persone e, soprattutto, per farlo funzionare. A Vitorchiano, per parlare di un paese vicino, l’organizzazione si è mossa con un anno di anticipo - continua Antonetti - e io, dopo quattro anni, andrò altrove. Negli stessi giorni ci sarà una mostra mercato a Pescara. Per chi, come me, può lavorare all’esterno solo quattro mesi aspettare marzo per programmare è impossibile».

A scoraggiare poi le voci di una possibile stravolgimento dell’itinerario, con le piazze occupate da installazioni artistiche e le vie d’ingresso lasciate ai vivaisti: «Un’operazione del genere equivale a tagliare le gambe ai commercianti. Le piazze sono punti di raccolta fondamentali per un’esposizione», dice Alessandro Mennini di Nettuno. «Mi auguro che la mostra continui, perderla sarebbe molto grave dice Attilio, floricoltore di Gorizia che da 5 anni sceglieva San Pellegrino Viterbo è una città che merita molto».
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