«Mario e Maria, i miei genitori morti investiti sulle strisce a Ostia: dopo cinque anni non hanno avuto giustizia»

Le vittime
di Raffaella Troili
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Venerdì 14 Febbraio 2020, 20:11 - Ultimo aggiornamento: 21:11
Sottobraccio Mario e Maria erano usciti dalla chiesa, avevano salutato gli amici, stavano attraversando sulle strisce pedonali, sul lungomare Toscanelli di Ostia. Ed erano quasi arrivati davanti al mare, le spalle a piazza Anco Marzio, mancava un ultimo passo per salire sul marciapiede, quando un'auto li ha travolti e uccisi. Era il 2015. La famiglia ancora attende giustizia. E ogni udienza, quando c'è, è un calvario senza fine. 
IL 15 FEBBRAIO
«Il 15 febbraio i miei amati genitori avrebbero festeggiato 58 anni di matrimonio, se quella maledetta sera del 2 gennaio 2015 non fossero stati uccisi mentre stavano attraversando sulle strisce pedonali - ricorda il figlio -  Il 15 febbraio 2015, in occasione del loro 53º anniversario, la comunità di Ostia si strinse a noi nella toccante fiaccolata in loro memoria». Ma se la vicenda umana continua a toccare i cuori, la giustizia non fa il suo lavoro e sembra prendere a schiaffi i parenti delle vittime. Da qui l'appello del figlio della coppia, Antonio Mortai, membro dell'Associazione Vivinstrada Roma, alla vigilia dell'anniversario delle nozze dei due coniugi defunti, che avevano 75 e 77 anni: «Denuncio pubblicamente la lentezza della giustizia italiana che dopo cinque anni, a partire dal Pm che non ha disposto la perizia cinematica per stabilire l’esatta dinamica dell’incidente, per arrivare agli scioperi degli avvocati, ai cambi di giudice e ai testimoni inesistenti, che i legali dell’imputato propongono col solo scopo di rallentare il processo per rimandare la sentenza, ancora non permette di chiudere una volta per tutte questa dolorosissima vicenda».

Ostia, coniugi travolti e uccisi da un'auto sulle strisce pedonali


«Il 20 gennaio scorso sembrava finalmente fatta e invece, in quell’occasione, abbiamo appreso che anche questa volta non era stato possibile rintracciare il testimone e che sarebbe cambiato per l’ennesima volta il giudice.
Quindi udienza rimandata a settembre. Arrivati a questo punto, il rischio è che tutto scivoli nel dimenticatoio fino ad arrivare alla prescrizione del reato. Anche per noi familiari, ogni udienza che non produce il risultato che tanto desideriamo, rappresenta il riaccendersi di un dolore mai sopito. Non sappiamo più a chi appellarci perché sia fatta giustizia per i miei poveri genitori in modo che possano riposare finalmente in pace. Non lasciateci soli, aiutateci a non far abbassare i riflettori su questa triste e dolorosa vicenda
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I FATTI
L'uomo alla guida dell'auto aveva nel sangue tracce di cannabinoidi e andava a forte velocità, in quel tratto centrale del lungomare destinato al passeggio. Inutili furono i tentativi di rianimarli per quasi tre ore da parte dei medici del pronto soccorso dell'ospedale ”Grassi”. Mario Mortai, 77 anni e la moglie Maria Giacchino di 75 morirono entrambi, presi in pieno da Francesco C. il conducente della Fiat Panda, un 25enne trasportatore ittico anche lui di Ostia. E' accusato di omicidio colposo plurimo e violazione dell'articolo 187 del Codice della strada, ovvero guida sotto effetto di sostanze stupefacenti.
L'impatto era stato terribile. I corpi dei due pensionati sono finiti prima contro il cofano poi contro il parabrezza dell'auto, mandandolo in frantumi. Sull'asfalto gli occhiali, le scarpe, un cappello appartenenti ai poveretti. I vigili urbani non hanno rilevato segni di frenata, segno che l'investitore non ha "visto" i pedoni, nonostante quell'attraversamento il venerdì sera fosse illuminato dai lampioni.

 
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