Affari sporchi con i rifiuti, batterie d'auto spacciate per rame

Il sopralluogo del capannone dei pannelli solari
di Luca Benedetti e Michele Miletti
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Venerdì 14 Febbraio 2020, 06:30
GUALDO TADINO Il trucco era una sorta di marchio di fabbrica. Con il trucco i rifiuti cambiano nome, con il trucco i rifiuti si possono smaltire senza regole, con il trucco si fanno affari d’oro. L’operazione Black Sun della Direzione distrettuale antimafia (pm Valentina Manuali) che ha coordinato l’attività dei carabinieri del Noe comandanti dal tenente colonnello Francesco Motta, gira tutta intorno all’attività della Raeegest.
Gli affari d’oro sono raccontati in una telefonata finita nell’informativa da oltre 550 pagine che il Noe ha mandato in Procura. E gli affari, quelle con le batterie, contano fino a trentamila euro l’anno di guadagno. È quello che “dichiara” Renzo Gatti (ai domiciliari), la mente, secondo l’accusa, della gestione illecita dei rifiuti, in una telefonata con Maurizio Cecile(altro indagato ora agli arresti domiciliari), spiegando che l’anno precedente a quello dell’intercettazione, con le batteria ci ha guadagnato trentamila euro. Gatti racconta che di tonnellate di batterie è riuscito a farne in un anno di lavoro cento tonnellate.
Per fare quegli affari, sono necessari i trucchi. Il principale, che è una sorta di filo conduttore di tutta l’inchiesta, è la falsificazione dei Fir, i formulari che accompagnato, identificandoli, i rifiuti nei viaggi dalla raccolta allo smaltimento.
Proprio esaminando i Fir, durante un controllo all’impresa di Gualdo Tadino, i carabinieri del Noe scoprono come venivano coperti i traffici di rifiuti pericolosi. Nei formulari veniva indicato il trasporto verso l’impianto di recupero ai piedi dell’Appennino di rame, bronzo e ottone. Cioè rifiuti non pericolosi(in quel caso cinquemila chilogrammi), invece, di quello che dovevano dichiarare: cioè le batterie esauste al piombo. Che dovevano essere indicate con un altro decide identificativo e che sono, soprattutto, rifiuti speciali non pericolosi. Quelli i cui acidi venivano eliminati nei piazzali quando pioveva invece di essere smaltiti in sicurezza. Ma, per la carta che girava tra chi cedeva le batterie esauste e chi le acquistata per renderle innocue, quelle batterie non esistevano affatto. Erano un carico di rame, bronzo e ottone. Il trucco per nascondere il traffico di rifiuti scoperto dal Noe.
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