Nicoletta Romanoff: «Gli anni in cui ho capito che la mia vita non era perfetta»

Nicoletta Romanoff: «Gli anni in cui ho capito che la mia vita non era perfetta»
di Veronica Cursi
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Giovedì 13 Febbraio 2020, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 12:21

«Fino ai 18 anni avevo una vita apparentemente perfetta, una bella famiglia. Non conoscevo la sofferenza. Erano gli anni più belli, quelli dell’adolescenza, quando pensi che niente possa capitarti e invece, all’improvviso qualcosa capita. La vita ti mette davanti a una prova dolorosissima e quando ti trovi in acque profonde hai due scelte: o affoghi o diventi nuotatore».
Nicoletta Romanoff, 40 anni e 4 figli, è tra le protagoniste dell’ultimo film di Muccino “Gli anni più belli” (nelle sale da oggi) e lei nella tempesta della propria esistenza ha scelto sempre di rimanere a galla. Alla morte del fratello maggiore, scomparso a 20 anni, ha reagito con la vita diventando mamma giovanissima a soli 19 anni. Di anni più o meno belli, poi, ne sono seguiti tanti: un divorzio, altre due figlie avute da compagni diversi. E un matrimonio lo scorso novembre.

Lei è la dimostrazione che si può ricominciare ogni giorno.
«La vita è imprevedibile. Ho capito solo crescendo che i miei anni più belli non sono stati in realtà i più felici, i più veri. Ero una maniaca della perfezione. Oggi invece so che  si può sbagliare e che proprio i gli errori che ho fatto mi hanno portato alla felicità piena che vivo oggi».

Come si sopravvive al dolore?
«Le cicatrici rimangono dentro di noi per sempre. A me ha aiutato la fede, mi ha sempre sostenuta. Sono credente e lo sono sempre di più ogni difficoltà che incontro. Ma è il mio percorso personale».

Gli anni più belli, Muccino si racconta: "Tutti i personaggi mi rappresentano"

Dopo 17 anni torna a recitare con il regista che l’ha scoperta, com’è nata questa collaborazione?
«Avevo appena partorito la mia ultima figlia Anna. Gabriele mi scrisse per farmi le congratulazioni e gli risposi: “Tra tre mesi sono in piedi”. Lui mi raccontò che stava scrivendo un film e che forse aveva un personaggio per me. Iniziai a tampinarlo perché volevo fare un provino(ride)».

E lui la chiamò subito?
«Assolutamente no, all’inizio non mi voleva. Mi disse che aveva cambiato il personaggio, l’aveva reso più grezzo e che io ero troppo sofisticata per quel ruolo.  Gli risposi: “Mettimi alla prova”. Lo ringrazio per la fiducia.  Feci il provino e dopo poco mi scelse».

Margherita è la ricca figlia di un onorevole che conosce Giulio, avvocato, negli anni di Mani Pulite: cosa ricorda di quegli anni?
«Come Sveva, mia figlia nel film, anche mio padre è un avvocato che si è trovato a difendere politici ed imprenditori nell’epoca di tangentopoli. Io quel mondo l’ho visto, ho conosciuto quel tipo di ambiente e questo mi ha aiutato a non far cadere il personaggio di Margherita nei cliché della figlia di papà rendendola umana. Non volevo fare una parodia di quel tipo di donna».
 



Quant’e cambiata Nicoletta dalla velina di “Ricordati di me”?
«All’epoca il cinema entrò nella mia vita inaspettatamente. Fu una sorpresa. Avevo 23 anni e pensavo he avrei fatto solo la mamma. Da allora ho capito che bisogna essere sempre preparati all’imprevisto. Ognuno di noi deve trovare la propria strada. Io l’ho fatto con la famiglia e con il lavoro. Ma sono convinta che una donna possa realizzarsi anche senza figli o scegliendo di fare la casalinga».

Lei l’ha trovata con Federico suo marito?
«Io e Federico ci conoscevamo sin da ragazzini. Lo rincontrai tempo fa sul campo di rugby dove giocavao i miei figli più grandi. Diventammo amici, poi ci siamo innamorati. E’ una persona sui cui ho sempre potuto contare».

Mamma, attrice, tifosissima di rugby, cuoca: come fa a fare tutto?
«Sono un’equilibrista. Mi alzo molto presto la mattina e vado a letto molto tardi: sfrutto quasi tutte le 24 ore della giornata».

Ha girato un cortometraggio sul cyberbullismo che è stato presentato a Sanremo. Da madre questo tema la preoccupa?
«Anche i miei figli sono stati vittime di bullismo a scuola. Una volta i ragazzi li potevi più o meno controllare oggi invece si chiudono in camera e si attaccano al cellulare. Tu pensi che siano al sicuro e invece lì dentro può succedere di tutto».

A proposito di social, i suoi figli sono gelosi?
«Assolutamente sì. Non vogliono essere postati, devono chiedere loro il permesso. Sono molto riservati ma io sono contenta. Non voglio che possano essere mai considerati i figli di, hanno una vita molto indipendente».

Ma insomma alla fine quali sono stati i suoi anni più belli?
«Quelli che verranno». 
 

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