Banche Popolari, Ue: "La riforma non viola le norme"

Banche Popolari, Ue: "La riforma non viola le norme"
2 Minuti di Lettura
Martedì 11 Febbraio 2020, 16:00
(Teleborsa) - La riforma italiana delle banche popolari, il cosiddetto "Investment compact" varato nel 2015, non viola il diritto dell'Unione Europea. "Il diritto dell'Unione non impone né osta a una normativa nazionale che prescrive la predetta soglia di attivo di 8 miliardi di euro" tale limitazione "appare giustificata dalla finalità di garantire una sana governance e la stabilità del settore bancario nel suo complesso in Italia e, in particolare, del settore bancario cooperativo in detto Stato membro". Queste le conclusioni non vincolanti – ma delle quali, generalmente, i giudici della Corte di giustizia tengono conto – dell'avvocato generale della Corte dell'Ue, Gerard Hogan.

Il parere riguarda un procedimento pregiudiziale promosso dal Consiglio di Stato che chiedeva di chiarire se la normativa fosse compatibile con le regole dell'Ue, alla luce di ricorsi promossi da soci di banche popolari, Adusbef e Federconsumatori. La questione vede al centro il limite degli 8 miliardi di euro che, in base alla legge, l'attivo delle banche popolari non può superare. La riforma approvata 5 anni fa dal governo Renzi prevede che, in caso di superamento di tale soglia, la banca dovrà ridurre il proprio attivo oppure procedere, alternativamente, alla trasformazione in società per azioni o alla liquidazione. Tutte le banche popolari sopra tale soglia si sono adeguate tranne la Popolare di Sondrio e la Bari.

In caso di trasformazione della banca in Spa la riforma del 2015 prevede inoltre che se uno dei soci opta per il recesso, il suo diritto al rimborso delle azioni può essere limitato allo scopo di assicurare la salvezza della banca. Un aspetto che, per Hogan, riflette la volontà
del legislatore europeo di tutelare l'interesse pubblico garantendo "un'opportuna salvaguardia prudenziale nei confronti dell'ente creditizio interessato". Salvaguardia che è "prevalente rispetto agli interessi privati dei soci che intendono ottenere il rimborso delle proprie azioni".

"L'avvocato Ue ha enunciato dei principi ma soprattutto ha rimesso la decisione al giudice italiano, il Consiglio di Stato, che ora spero possa decidere entro l'estate – ha commentato il presidente di Assopopolari Corrado Sforza Fogliani –. Confidiamo che il Consiglio di Stato che già aveva istruito la vicenda possa decidere in breve tempo e a nostro favore".


















© RIPRODUZIONE RISERVATA