«Qualcuno - continua il presidente di Fedralberghi- si illude di far cassa spremendo gli ospiti stranieri, confidando di non pagar pegno, grazie al fatto che i forestieri non votano. In realtà, il turista ha un modo molto efficace di esprimere il proprio voto: vota con i piedi, cambiando strada e scegliendo altre destinazioni». «Chiediamo al Governo -afferma ancora- di non dar seguito a questa proposta autolesionista e di concentrare la propria attenzione verso le imposte evase da centinaia di migliaia di esercizi ricettivi abusivi che inquinano il mercato».
Contro l'ipotesi di un aumento dell'Iva per hotel e ristoranti si schiera anche la Federazione italiana dei Pubblici esercizi (Fipe): «Ogni giorno circa 10 milioni di lavoratori pranzano nei bar e nei ristoranti e lo fanno per necessità, non certo per scelta. Un aumento dell'Iva colpirebbe innanzitutto loro. Le risorse per ridurre l'Irpef vanno trovate altrove» dice il direttore generale Roberto Calugi.
Dal Mef, però, smentiscono.
In una nota il Ministero dell'Economia afferma che le notizie relative a supposti incrementi selettivi dell'Iva che sarebbero allo studio, in particolare nel settore alberghiero e della ristorazione, sono prive di qualsiasi fondamento».
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