Egitto, sale la preoccupazione per Patrick George: 15 giorni di detenzione per lo studente dell'Università di Bologna

Egitto, studente Bologna arrestato. Il Cairo: 15 giorni di detenzione
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Domenica 9 Febbraio 2020, 13:13 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 07:06

Passano le ore e cresce la preoccupazione per Patrick George Zaky, lo studente dell'Università di Bologna che giovedì notte è stato arrestato all'aeroporto del Cairo, perché accusato dall'Egitto, il suo paese, di istigazione alle proteste e diffusione di notizie false. Al momento è in custodia cautelare per 15 giorni, su ordine della procura generale, come ha confermato il ministero dell'interno egiziano. 

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Uno scenario temuto e ipotizzato da alcune ong, a cominciare da Amnesty International, anche per le analogie con la vicenda di Giulio Regeni. È molto più che un rischio che Patrick sia stato torturato in carcere e che la misura di custodia cautelare possa essere rinnovata. Si tratta di una modalità di carcerazione preventiva che sarebbe inimmaginabile in ogni paese europeo. È anche per questo che l'Italia, come si apprende da fonti della Farnesina, ha chiesto l'inserimento del caso all'interno del meccanismo di 'monitoraggio processuale' coordinato dalla delegazione Ue in Egitto e che consente ai funzionari delle ambasciate Ue di monitorare l'evoluzione del processo e presenziare alle udienze.
 

 

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per il tramite dell'Ambasciata d'Italia al Cairo, continua a seguire da vicino il caso. A mobilitarsi sono stati anche il mondo dell'Università italiana e la città di Bologna. Zaky, infatti, è iscritto al master dell'ateneo bolognese Gemma, un progetto internazionale, unico del suo tipo in Europa, dedicato agli studi di genere. Un percorso formativo che il giovane egiziano ha intrapreso, nello scorso settembre, con grande entusiasmo, come testimoniano docenti e compagni di corso, anche perché molto affine al suo attivismo per i diritti umani.

'Libertà per Patrick' è lo slogan di un flash mob organizzato in piazza Maggiore, per lanciargli un messaggio di solidarietà, ma anche per chiedere alle autorità egiziane maggiore trasparenza nella gestione del caso. «Insieme a Di Maio - ha detto il ministro dell'Università Gaetano Manfredi - stiamo operando tramite i canali diplomatici per reperire informazioni certe e trasparenti e verificare la situazione in maniera accurata nel rispetto dei diritti della persona». L'Università di Bologna ha costituito un gruppo di crisi per seguire da vicino l'evolversi della situazione. L'Ateneo di Bologna, ricordano dal rettorato, ha nei diritti umani un proprio pilastro fondamentale e non ha intenzione di lasciare da solo il suo studente. «Patrick - racconta la professoressa Rita Monticelli, coordinatrice del master Gemma - ha sempre partecipato attivamente alle lezioni, cercando di capire e cogliere ogni punto di vista, è sensibile a temi come uguaglianza, equità e rispetto. Mi ha sempre colpito per il suo grande rispetto nei confronti di chi lo circondava. Non lo lasceremo solo».

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