Coronavirus, a Roma spunta il murale con la ristoratrice cinese Sonia in tuta bianca: «Dobbiamo proteggerci»

Coronavirus, a Roma spunta il murale con la ristoratrice cinese Sonia in tuta bianca: «Dobbiamo proteggerci»
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Martedì 4 Febbraio 2020, 12:49

«C'è in giro un'epidemia di ignoranza, dobbiamo proteggerci». Tuta bianca e con in mano una scodella di riso, è quanto sembra dire la ristoratrice cinese Sonia, al secolo Zhou Fen-Xia, proprietaria del ristorante Hang Zhou di via Bixio, a Roma, in un murale apparso in piazza Vittorio, opera della street artist Laika, artista già nota nella Capitale per i murale sull'ex calciatore della Roma Daniele De Rossi, ma anche su Matteo Salvini. Il murale è stato realizzato in via Principe Amedeo, all'ingresso del mercato coperto, e invita alla solidarietà e a non aver paura di contagio di coronavirus per il solo fatto di essere cinesi.

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Il ristorante Hang Zhou, noto in tutta Roma, da sabato è decisamente vuoto, e la proprietaria Sonia nel murale viene raffigurata con in mano una scodella di riso e un cartello #JeNeSuisPaSunVirus. Sonia su Facebook scive:
«Condivido appieno il messaggio dell'artista che ringrazio per avere usato la mia immagine, però vorrei dire che non tutti gli italiani si sono rivelati ignoranti, anzi moltissimi mi hanno mostrato solidarietà».
 

Pochi clienti


Il suo è uno dei ristoranti cinesi più noti e più grandi a Roma, 'Hang Zhou', 150 coperti in piazza Vittorio, cuore del rione Esquilino, il quartiere multietnico della capitale. «Ma ora fatichiamo a occupare una cinquantina di posti, mentre prima dell'emergenza coronavirus era sempre pieno di italiani e nel weekend si faceva persino la fila fuori dal ristorante», riferisce la ristoratrice Zhou Fen-Xia, che preferisce farsi chiamare con il nome italiano di Sonia, come tutti qui la conoscono.

«Calo della clientela? Potremmo dire che non c'è più gente e infatti a Roma tanti ristoranti cinesi hanno momentaneamente preferito chiudere, specialmente quelli organizzati con i gruppi turistici - lamenta Sonia - Noi ci salviamo perché qualche cliente affezionato è comunque venuto, magari per solidarietà: diciamo che una cinquantina di posti a sera riusciamo a fatica a occuparli, ma tutto il resto del ristorante, la gran parte, resta vuoto ed è davvero desolante. A pranzo, poi, c'è molta meno gente».

Fra i clienti, alcune sere fa, anche Simone Di Stefano vicepresidente nazionale di CasaPound. «È venuto venerdì sera, ma non si è seduto al tavolo, ha soltanto preso alcuni cibi 'take away' e poi, visto che proprio in quel momento stavo facendo delle foto con i clienti presenti, per pubblicarle, e ho chiesto di farla anche con lui, che mi ha abbracciato e io mi sono anche commossa: per me era un 'normalè cliente, non sapevo chi fosse», racconta Sonia. Ma «non si è qualificato come leader di CasaPound, me lo hanno fatto notare alcune amiche dopo e io ho deciso di togliere la foto, anche se vedo che sta girando su Facebook con tanti commenti, perché ci tengo al fatto che nel mio ristorante non facciamo politica: qui può venire chiunque, di destra o di sinistra, in serata aspettiamo l'orchestra di Piazza Vittorio, che viene proprio per darci solidarietà e fare festa. Spero davvero che il mio ristorante torni a riempirsi di clienti: questa è la sola cosa che conta», conclude la ristoratrice cinese del 'Hang Zhou'.


 

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