Coronavirus, famiglia torna dal capodanno cinese: 5 persone in quarantena a casa

Cresce anche in Polesine il livello di attenzione su possibili casi di contagio da coronavirus
di Alessandro Garbo
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Sabato 1 Febbraio 2020, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 04:57

Erano partiti alla volta di Hangzhou per riabbracciare i parenti al Capodanno cinese. Ma non c’è niente da festeggiare, perché il coronavirus ha fatto saltare tutto e sta sconvolgendo la Cina. Padre e figlia sono rientrati giovedì in Basso Polesine, a Corbola (Rovigo), dove abitano regolarmente, da otto anni, in via Rosetta Pampanini. Adesso sono “sorvegliati speciali”, perché la metropoli di Hangzhou si trova a 700 chilometri Wuhan, l’epicentro dove è scoppiata l’epidemia.

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FAMIGLIA IN ISOLAMENTO
Il nucleo familiare che abita nel Delta del Po comprende cinque persone: mamma, papà e le tre bambine. «Abbiamo chiesto a tutta la famiglia di rispettare per quattordici giorni l’isolamento precauzionale domiciliare - annuncia il primo cittadino Michele Domeneghetti, intervenuto ieri pomeriggio alla conferenza dei sindaci convocata a Rovigo dall’Ulss - Visto il protocollo emanato dall’azienda sanitaria per gestire la situazione in Polesine, abbiamo chiesto l’isolamento. Tutte e tre le bambine che frequentano la scuola primaria sono rimaste a casa già da venerdì mattina, anche i genitori non si sono mossi dal’abitazione. La famiglia sta dimostrando diligenza e correttezza, si sta adeguando in pieno alle indicazioni del protocollo. Teniamo la situazione sotto controllo - ribadisce Domeneghetti -, ma non c’è alcuna emergenza: è solamente una misura cautelativa, la famiglia non ha alcun sintomo febbrile».
 

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VERTICE ALL’ULSS
Sindaci, assessori e consiglieri comunali sono accorsi ieri pomeriggio in Cittadella sanitaria a Rovigo per partecipare alla conferenza dei sindaci dell’Ulss 5. Il Polesine è pronto a gestire il caso coronavirus e adotta in queste ore le necessarie contromisure. Il direttore generale Antonio Compostella riassume le azioni messe in campo per contrastare il virus, che comincia a fare paura anche in Italia: «Attualmente in Polesine non ci sono casi sospetti, ma abbiamo organizzato tutto per fronteggiare eventuali casi di malattia e le conseguenti attività di prevenzione. In questa fase, è importante la piena collaborazione con i Comuni e le scuole. La prima indicazione è il numero verde di riferimento nazionale, il 1500, gratuito e che afferisce al ministero della Salute. La cabina di regia aziendale che coinvolge gli ospedali, i distretti, i medici e le unità di Pronto soccorso è stata approntata secondo le indicazioni arrivate da Roma e dalla Regione. protocolli e le azioni da seguire nei vari casi».

Continua Compostella: «Le prime indicazioni sono soprattutto per i viaggiatori di ritorno da aree a rischio dalla Cina. Queste persone, se nelle due settimane successive al ritorno avessero sintomi respiratori come febbre, tosse secca, mal di gola e difficoltà respiratorie, possono contattare il numero verde 1500, il medico e il 118, poi partiranno le azioni di controllo».

APPELLO AL BUON SENSO
Nessuna norma da rispettare, ma tanto buonsenso: così Compostella avverte i sindaci: «In alcuni casi i Comuni possono consigliare alle famiglie cinesi, rientrate da poco in Italia, un isolamento domiciliare preventivo che durerà due settimane, da osservare anche se non ci sono sintomi». Il dg dell’Ulss si sofferma sul rischio psicosi e sulle code al pronto soccorso: «Non affollate la struttura ospedaliera per una semplice influenza, è meglio contattare il medico di base». E puntualizza: «Il coronavirus che sembra meno virulento, ma più contagioso rispetto alla Sars». Intanto, nelle farmacie polesane le mascherine sono andate letteralmente a ruba in questi giorni. Già esauriti i contenuti dei primi scatoloni: da lunedì dovrebbero arrivare le nuove scorte.
 
 
 

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