Cinesi sul bus, l'autista si sente male: ecco cosa è successo

L'ospedale di Teramo
di Tito di Persio
2 Minuti di Lettura
Sabato 1 Febbraio 2020, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 09:05
Falso allarme per un caso di coronavirus all’ospedale Mazzini di Teramo. L’autista teramano di un bus, su cui viaggiava una comitiva cinese, avvertendo dei malori e pensando che potessero essere causati dal nuovo virus, si è fatto visitare ma i medici hanno escluso il contagio e lo hanno rimandato a casa.

A casa anche gli abruzzesi che si trovavano sulla nave da crociera bloccata a Civitavecchia. «Sono state una giornata e una nottata infernali» racconta Roberta Terzilli, responsabile commerciale dell’emittente televisiva teramana SuperJ. Le altre 7 mila persone imbarcate (tra passeggeri e staff) e un centinaio di abruzzesi sono rimasti bloccati sulla nave nel porto di Civitavecchia. L’imbarcazione è stata fatta evacuare ieri mattina dopo 24 ore di apprensione e ansia. Tra le persone a cui è stato vietato lo sbarco anche un nucleo famigliare di Bellante. Dai nonni che festeggiavano i 50anni di matrimonio, ai loro figli e nipoti. In totale 12 persone. «Siamo sbarcati questa mattina alle 8 (ieri) – prosegue Roberta –. Giovedì mattina, verso le 9.30, mentre eravamo in fila per lasciare l’imbarcazione è arrivato via altoparlante l’annuncio del capitano di andare nei punti di raccolta. Perché, ha detto - anche un semplice raffreddore, con l’emergenza in corso, va analizzato come fosse qualcosa di grave. – Non è stata una comunicazione molto chiara. Il che, chi ci ha fatto parecchio preoccupare. Sembrava che nel pomeriggio dovessimo sbarcare, invece ci hanno fatto tornare nelle cabine. Almeno eravamo liberi di muoverci, ci hanno riattivato le schede, ma non potevamo cambiarci perché non avevamo le valige».
© RIPRODUZIONE RISERVATA