Coronavirus, Oms: «Emergenza globale». Morte 213 persone in Cina dall'inizio dell'epidemia. Rimpatriati gli italiani

Coronavirus, diretta. L'Oms: «Emergenza globale». Le vittime sono 170, oltre 7mila contagi
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Giovedì 30 Gennaio 2020, 17:46 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 01:32

Coronavirus, per l'Oms è emergenza globale. La principale ragione non è quanto sta accadendo in Cina, ma quanto avviene in altri paesi», ha detto il capo dell' Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in una conferenza stampa a Ginevra. Il timore, ha spiegato, è che il coronavirus possa diffondersi in paesi con sistemi sanitari più deboli.

È di 213 morti e 2.000 nuovi casi di infezioni confermate in Cina il bilancio dell'epidemia di coronavirus. Lo rende noto la Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese, specificando che 42 delle 43 nuove vittime sono state registrate nella provincia dell'Hubei da dove è iniziato il contagio.

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) «non raccomanda di limitare i viaggi, il commercio e il movimento (della popolazione) e si oppone persino a qualsiasi restrizione di viaggio». Lo ha affermato il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus al termine del comitato d'emergenza che ha dichiarato l'epidemia causata dal coronavirus un'emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. L'Oms raccomanda a tutti i paesi di applicare misure fondate come «appoggiare paesi con sanità debole, accelerare sui vaccini, contrastare la diffusione di voci infondate». Il direttore generale dell'Oms ha affermato che «dobbiamo appoggiare i paesi con una sanità pubblica debole, accelerare lo sviluppo di vaccini, terapie e diagnostica, contrastare la diffusione di voci infondate e disinformazione. Dobbiamo inoltre rivedere i piani di preparazione, identificare le lacune e valutare le risorse necessarie per identificare, isolare e curare i casi e prevenire la trasmissione, condividere dati, conoscenze e esperienze». «Il solo modo di sconfiggere questa epidemia è che tutti i Paesi lavorino insieme in uno spirito di solidarietà e cooperazione», ha aggiunto.

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Gli italiani rimpatriati in struttura militare alla Cecchignola. Il conto alla rovescia è iniziato per portare a casa gli italiani bloccati a Wuhan dall'epidemia del coronavirus e tra i connazionali l'attesa è forte: potranno partire su base volontaria e solo se non contagiati, senza sintomi, secondo gli accordi che si stanno via via completando con la parte cinese. Al loro arrivo a Roma dovranno essere posti in quarantena, probabilmente per 14 giorni quanto cioè è stimata l'incubazione del coronavirus. Per consentire l'isolamento sarebbe stata individuata una struttura militare alle porte di Roma: un edificio confortevole che - secondo quanto si è appreso - ha tutti i requisiti richiesti per affrontare un caso come questo. Sarebbe esclusa la partenza delle persone in possesso di passaporto cinese, nell'ambio delle coppie di nazionalità mista. L'ambasciata italiana a Pechino «è in contatto con tutti gli italiani» che si trovano soprattutto nella provincia interessata dell'Hubei, di cui Wuhan è la capitale, e «quelli che su base volontaria vogliono ritornare in Italia avranno la possibilità di farlo attraverso un volo aereo (operato dalla Difesa e con a bordo personale medico ndr) che stiamo predisponendo, e stiamo trattando con le autorità cinesi per l'autorizzazione», ha detto in serata la viceministro degli Esteri, Marina Sereni. 

Primo contagio negli Stati Uniti. Nell'Illinois si è verificato il primo caso degli Stati Uniti di contagio da persona a persona del coronavirus proveniente dalla Cina. Lo hanno annunciato le autorità sanitarie federali. 

Da Partito comunista 108 milioni per contrasto all'epidemia. Il Comitato Centrale del Partito comunista (Cpc) cinese ha destinato 108 milioni di yuan (circa 14 milioni di euro) per la prevenzione e il controllo dell'epidemia di coronavirus. Il denaro servirà a finanziare l'azione dei medici di prima linea e dei comitati locali del partito, che potranno acquistare medicinali e risorse per la prevenzione. Ci saranno anche sussidi ai membri del partito ammalati in difficoltà economica.


L'esperto: «Picco tra 7-10 giorni». Quando ci sarà il picco dell'epidemia di coronavirus? È la domanda delle domande nel pieno dell'emergenza e gli epidemiologi non hanno una risposta precisa e inequivocabile. Secondo Zhong Nanshan, a capo del team nazionale di esperti istituito per il controllo del nuovo coronavirus, «è molto difficile stimare con precisione quando l'epidemia raggiungerà il suo picco. Ma penso che tra una settimana o al massimo 10 giorni, raggiungerà il climax e poi non ci saranno più incrementi di contagi su larga scala». «L'epidemia di Sars è durata circa sei mesi, ma non credo che il nuovo focolaio di coronavirus si protrarrà così a lungo», ha precisato Zhong.
 


Cina, alcuni pazienti guariti. Diverse province e municipalità della Cina oggi hanno reso noto che altri pazienti infettati dal nuovo coronavirus (2019-nCoV) sono guariti e hanno lasciato gli ospedali in cui erano ricoverati.
Nella provincia orientale cinese dello Jiangxi 4 pazienti sono guariti e sono stati dimessi, dopo altre tre guarigioni riportate in precedenza. Zhang Wei, un esperto del quartier generale provinciale di emergenza sulla prevenzione e il controllo dell'epidemia dello Jiangxi, ha dichiarato che sulla base delle analisi dei pazienti curati, la rilevazione tempestiva e il trattamento rapido sono stati fattori chiave nella loro guarigione. La provincia sudoccidentale cinese del Sichuan oggi ha riportato il primo caso di paziente guarito dalla polmonite da nuovo coronavirus. L'amministrazione provinciale per la medicina tradizionale cinese del Sichuan ha dichiarato che un paziente, Yang, 34 anni, l'11 gennaio è stato posto in isolamento per il trattamento in un ospedale della città di Chengdu. Dieci giorni dopo gli è stato diagnosticato il nuovo coronavirus. Durante l'isolamento ha ricevuto sia cure di medicina tradizionale cinese che di medicina occidentale. Una paziente di 57 anni oggi è stata dimessa da un ospedale nella provincia centrale di Hunan, nei pressi di quella di Hubei, epicentro dell'epidemia. A Pechino un medico che è stato infettato dal nuovo coronavirus dopo essersi recato a Wuhan è guarito e oggi ha lasciato l'ospedale. Si tratta del quinto caso di un paziente guarito e dimesso da un ospedale della capitale.


Cina chiude i cinema. Anche l'industria cinematografica globale sta subendo gli effetti del coronavirus: il governo cinese ha chiuso decine di migliaia di cinema, uno stop che rischia di pesare in modo sensibile sugli incassi complessivi del box office mondiale. Nel 2019 l'industria cinematografica ha incassato nel modo la cifra record di 42,5 miliardi di dollari, con picchi in alcuni mercati chiave, in particolare proprio quello cinese che ha contribuito con 9,2 miliardi di dollari. La chiusura di quasi tutte le sale del Paese per un'epidemia che potrebbe durare fino a maggio, sta ora provocando un danno economico che, stando all'Hollywood Reporter, potrebbe sottrarre un miliardo di dollari di incassi al box office globale. Il coronavirus ha infatti colpito in uno dei momenti chiave della stagione cineamatografica in Cina: nell'ultimo decennio l'andare al cinema è diventato il passatempo preferito dai cinesi durante la settimana di festa del Capodanno Lunare, nota anche come 'Festa di Primaverà. Quest'anno il timore è di incassare cifre prossime allo zero almeno fino alla fine di febbraio. I pochi cinema rimasti aperti durante il weekend del 24-26 gennaio hanno guadagnato circa 2 milioni di dollari, secondo una stima fatta da Artisan Gateway, un'agenzia di consulenza locale. Ciò a confronto con i 507 milioni generati nei primi tre giorni del capodanno lunare nel 2019, un record che prima dell'epidemia gli analisti erano sicuri sarebbe stato infranto nel 2020.

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Primo caso in India. È uno studente del Kerala, rientrato nei giorni scorsi da Wuhan, in Cina, il primo paziente risultato positivo al test del coronavirus in India. Lo ha reso noto il ministero della Salute indiano, aggiungendo che il ragazzo è in isolamento e che è stabile. Il Kerala, come Delhi, l'Haryana, il Punjab e il Rajasthan è uno degli stati che hanno tenuto in osservazione viaggiatori provenienti dalla Cina: in Kerala, in particolare, sono stati sottoposti al test oltre 600 viaggiatori rientrati dall'area infetta.

Russia chiude i confini con la Cina. La Russia ha chiuso il confine nell'Estremo oriente con la Cina a causa dell'epidemia di coronavirus. Lo ha riferito l'agenzia di stampa 'Sputnik', citando un decreto firmato dal premier russo, Mikhail Mishustin. Nel corso di una riunione del governo, Mishustin ha spiegato che per prevenire la diffusione del coronavirus dalla Cina «oggi è stato firmato un ordine pertinente la cui attuazione è già iniziata. Più avanti nel corso della giornata informeremo tutti, attraverso una procedura stabilita, sulla chiusura del confine nella regione dell'Estremo Oriente e su altre misure che il governo ha implementato». La Russia da oggi sospenderà temporaneamente il rilascio dei visti elettronici ai cittadini cinesi per prevenire la diffusione del nuovo coronavirus. Lo fa sapere il ministero degli Esteri russo citato dall'agenzia Ria Novosti.

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Stop a voli di rimpatrio sud Corea e Gran Bretagna. I voli attesi oggi per evacuare da Wuhan i cittadini sudcoreani e britannici sono stati rinviati, in base a quanto detto da Seul e Londra. In particolare, la Cina ha autorizzato solo uno dei quattro voli per trasportare i circa 700 cittadini sudcoreani, mentre la Gran Bretagna non ha avuto alcun via libera, ha confermato il Foreign Office. La Corea del Sud punta a inviare un volo charter della Korean Air a Wuhan solo nella notte a causa dei ritardi sul rilascio delle autorizzazioni cinesi. L'aereo dovrebbe partire alle 20:45 sudcoreane (12:45 in Italia) dall'aeroporto di Incheon per riportare a casa almeno metà dei 700 concittadini bloccati nella capitale dell'Hubei. Il piano originario era atteso per ieri con l'uso di due voli e con altri due previsti invece per oggi. Il viceministro degli Esteri, Lee Tae-ho, ha spiegato prima di imbarcarsi che il governo avrebbe riportato indietro subito tutti coloro che avevano presentato richiesta per tornare a casa. La ministra degli Esteri Kang Kyung-wha ha detto di ritenere che la parte cinese abbia dato una sola autorizzazione «lavorando in un modo in cui danno il via libera a un aereo per volta e poi ricevono le richieste in ordine, dato che hanno avuto finora molte altre richieste dagli Usa e dal Giappone». 

Cina verso 180 milioni di mascherine al giorno. Dal 3 febbraio la Cina farà partire a pieno regime la produzione di mascherine per contenere la diffusione del coronavirus di Wuhan. Lo riporta il PLA Daily, il quotidiano dell'Esercito popolare di liberazione, spiegando che lo scopo è di avere 180 milioni di mascherine al giorno entro la fine di febbraio. I nuovi stock, combinati al robusto import, «saranno in grado di annullare la differenza esistente tra l'offerta e la domanda».

Nuovo caso sospetto in Puglia. In Puglia c'è un secondo caso sospetto di coronavirus dopo quello (poi rivelatosi infondato) di una cantante lirica di rientro da un tour in Cina, poi però smentito. La cittadina cinese, residente in Salento, ricoverata a Lecce e poi a Bari per sospetto Coronavirus risulterebbe, secondo quanto si è appreso, positiva ad un'altra infezione. Una situazione che ridurrebbe la probabilità che sia stata infettata dal virus cinese. Si aspettano come sempre gli esisti degli esami che saranno realizzati allo Spallanzani.
 
 


Rinviate le partite di calcio. La Chinese Football Association, la Federcalcio cinese, ha deciso di rinviare tutte le partite in programma nel 2020 a causa dell'epidemia del coronavirus di Wuhan. Lo si legge in un comunicato.

Ikea chiude gli store in Cina. Ikea ha deciso di chiudere in via temporanea tutti i suoi 30 store in Cina a causa dell'epidemia del coronavirus di Wuhan, che ha causato finora 170 morti totali nel Paese e soltanto ieri circa 1.700 nuove infezioni. La mossa segue quella di ieri con cui il colosso svedese aveva annunciato la chiusura della metà dei suoi negozi, limitando anche gli orari di apertura di quelli ancora operativi.
 


Quattordici casi sospetti in Giappone. Le autorità di Tokyo hanno confermato che tre dei 206 cittadini giapponesi evacuati ieri da Wuhan risultano infettati dal coronavirus cinese. Dodici dei 206 evacuati sono stati ricoverati in ospedale. Un volo con a bordo un secondo gruppo di circa 200 cittadini giapponesi provenienti dalla città epicentro del virus è giunto stamani a Tokyo. Ieri, le autorità giapponesi hanno confermato il secondo caso sospetto di trasmissione del virus da persona a persona. Le due persone infettate sono una guida turistica un autista di autobus, entrambi entrati in contatto ad inizio gennaio con un gruppo di turisti provenienti da Wuhan. Il ministero della salute Giapponese ha portato a 14 i casi confermati nel Paese, di cui due ancora non mostrano i sintomi della malattia. Tra i 14 casi sotto esame nel Paese del Sole Levante, due persone risultano essere state contagiate sul posto e non in Cina: un autista della regione di Nara che ha portato dei turisti cinesi di Wuhan e la guida che li accompagnava.



 

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