Realizzato con il patrocinio della Comunità Ebraica di Roma, del CONI e della Federazione Pugilistica Italiana, per cui è presente in sala il segretario generale Alberto Tappa, lo spettacolo proposto da Pumo racconta la vita di Hertzko Haft, deportato a soli quattordici anni, quando aveva appena conosciuto la sua adorata Leah. Un amore che lo tiene in vita e che lo spinge a cogliere l'occasione fornitagli da un ufficiale delle SS, che lo sceglie come "volontario" per gli incontri di boxe all'ultimo sangue all'interno dei campi di sterminio. Haft vince 75 incontri e dunque uccide 75 persone, trasformandosi così in una vera e propria bestia umana. Una vicenda che sicuramente non fa di lui un eroe, ma che riporta più vivo e attuale che mai il dolore per il ricordo di un passato che non deve tornare mai più.
Tanti gli attori e gli addetti ai lavori pronti ad omaggiare con lunghi applausi al termine dello spettacolo. Nel foyer arrivano le attrici Elena Cotta, Elena Croce e Valeria Ciangottini, seguite da Paila Pavese e Ludovica Modugno. Poco dopo fa il loro ingresso la coppia Isabel Russinova e Rodolfo Martinelli Carraresi, al cui fianco siederà il regista Mariano Lamberti insieme all'autore Riccardo Pechini. Seguiti da Cristina Golotta e Rocco Castel, si vedono anche i giovani attori Vincenzo Vivenzio, con di fianco Massimiliano Frateschi e Chiara Aita. Tra le prime file, che parla insieme a Roberto Ciufoli e al segretario generale Tappa sulla tipologia dei colpi sferrati da Pumo sul palco. E poi Francesco Faraoni, pugile della Nazionale, in forze al Centro sportivo dei carabinieri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA