Eni ed Enea, firmata l'intesa da 600 milioni per il progetto Dtt

Eni ed Enea, firmata l'intesa da 600 milioni per il progetto Dtt
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Mercoledì 29 Gennaio 2020, 12:25 - Ultimo aggiornamento: 12:37
Parte l'alleanza strategica tra Eni ed Enea sulla fusione per l'energia del futuro. È stata firmata l'intesa per la nascita della società destinata a realizzare il progetto internazionale Dtt da oltre 600 milioni. Il polo scientifico-tecnologico sulla fusione Dtt (Divertor Tokamak Test) verrà realizzato nel Centro Ricerche Enea di Frascati  dalla società Dtt Scarl, di cui Eni avrà il 25%, Enea il 74% ed il Consorzio Create, pool di università del sud, l'1%.

Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni e Federico Testa presidente di Enea hanno firmato l'intesa. Il progetto rappresenta un riconoscimento della ricerca scientifica e dell'industria italiana: le ricadute sul Pil nazionale sono stimate in circa 2 miliardi di euro con la creazione di 1.500 nuovi posti di lavoro, dei quali 500 diretti, tra scienziati e tecnici. Il progetto ha come obiettivo la realizzazione di una macchina sperimentale che dovrà mettere a punto le soluzioni per la fusione nucleare, processo per produrre energia rinnovabile, sostenibile e inesauribile. 

Il Dtt,  verrà realizzato in 7 anni e vede la partecipazione dell'Unione europea, del Consorzio Create, della Bei (con un finanziamento record di 250 milioni di euro garantiti dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici FEIS, pilastro del Piano Juncker), del Consorzio europeo EUROfusion (con 60 milioni a valere sui fondi Horizon 2020), il ministero dello Sviluppo Economico e il Miur (con 80 milioni di euro circa) e la Regione Lazio (con 25 milioni più le spese per la connessione alla rete elettrica nazionale), Enea con 30 milioni e altri 30 milioni da partner internazionali, oltre a 130 milioni circa di costi operativi di gestione della società. La realizzazione del Dtt è una sfida che coinvolge migliaia di scienziati in tutto il mondo e vede l'Italia in prima linea nei grandi programmi internazionali di ricerca Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) per dimostrare la fattibilità della produzione da energia da fusione. 

«Abbiamo vissuto sei anni difficili in cui il petrolio è passato da 100 a 27 dollari, sono saltate alcune società e sono stati licenziate 600mila persone. Noi la soluzione che abbiamo trovato è aver investito 1 miliardo in ricerca e 3 miliardi in applicazione della ricerca», ha commentato l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. 

«Progetti come questi sono la vera ricetta contro la fuga dei cervelli. Li fermi solo se dai loro delle opportunità. Ci arrivano domande dagli italiani da tutto il mondo. Quando la sfida è così alta, non c'è tempo per per le rivalità, ma bisogna lavorare insieme e ce la faremo di sicuro», ha aggiutno Federico Testa presidente dell'Enea. 
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