Zachary Catazaro in Serata Jerome Robbins: «Danzando a Roma dimentico il buio»

Eleonora Abbagnato e Zachary Catazaro
di Simona Antonucci
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Martedì 28 Gennaio 2020, 18:50 - Ultimo aggiornamento: 19:21

«Con Eleonora, in questo spettacolo, mi sento a mio agio. Sicuro di poter dare il meglio di me. La Abbagnato è un’étoile, una maestra, ma anche una donna sensibile. E grazie a lei e alla compagnia, qui a Roma riesco quasi a dimenticare New York e i giorni più duri della mia vita».

Zachary Catazaro, 30 anni, è una stella del balletto internazionale. Finito improvvisamente nel buio, nel 2018, per una vicenda giudiziaria, ora completamente risolta a suo favore. «Anche se il ricordo di quei giorni, mesi, chiuso in casa, braccato come un fuorilegge, fa ancora male».

Catazaro ora è principal guest del Bayerische National Theatre, dove è di casa anche Polunin, balla in giro per il mondo, è corteggiato dal cinema e da giovedì è in scena al Teatro dell’Opera di Roma in “Serata Jerome Robbins”, un omaggio al grande coreografo, premio Oscar per West Side Story, articolato in tre brani: The concert, In the night e Glass pieces, con orchestra, étoile e corpo di ballo del teatro. Eleonora Abbagnato e Zachary Catazaro interpreteranno una delle coppie, la più appassionata, di “In the night”. «Un’esperienza indimenticabile per tanti motivi», racconta Catazaro, americano dell’Ohio («lì domina la cultura dello sport e da ragazzino, quando cominciai a danzare, venni pesantemente bullizzato»). 

Accusato di comportamenti inappropriati nei confronti di una donna e in particolare di “scambio di messaggi tra colleghi con foto sessualmente esplicite”, Catazaro, primo ballerino del NYC Ballet, occhi scuri, profilo greco, venne allontanato dal teatro, insieme con il collega Amar Ramasar, in assenza di una denuncia alla polizia e prima ancora che le indagini interne, su una vicenda avvenuta fuori dall’orario di lavoro, fossero concluse. Dopo l’intervento dei sindacati, e dei legali, entrambi i danzatori sono stati poi reintegrati.

Ramasar è tornato nella compagnia, «Io, no», spiega Catazaro, «anche se è stata la mia casa per dodici anni, non me la sono più sentita di rivedere quelle sale, di ballare a New York. Poi si vedrà. E comunque cambiare continuamente città e repertorio, è stimolante. Sto ricominciando a pensare al futuro. E mi sembra già moltissimo, visto che allora non ero neanche più sicuro di voler danzare. Terrorizzato di avvicinarmi a una donna, sia in scena, sia in un bar».

Dopo essere finito sui giornali e in tv, Catazaro è rimasto chiuso nel suo appartamento per mesi. «Fino a quando mi è arrivata una telefonata da Cuba, dalla figlia di Alicia Alonso. Mi disse: vieni qui, ti rimettiamo in forma noi». E mentre studiava all’Avana, la vicenda giudiziaria si avviava verso il lieto fine. Spettacoli in Europa e il contatto con Monaco. «Ho incontrato Polunin, ho ballato con lui in Spartacus, ha un carisma infinito. Si cade e si rinasce». 

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