Il piano prevederebbe un trasporto in autobus a Changsha, capitale della provincia dello Huhan, a 350 km circa di distanza da Wuhan. Arrivati qui lo studente pescarese e gli altri italiani sarebbero trasferiti in un ospedale per un periodo di osservazione di due settimane, tempo necessario per il decorso dell'incubazione del virus. Trascorsi i 14 giorni, potrebbero partire sempre però dopo aver ottenuto il via libera dalle autorità cinesi.
In attesa di un qualche provvedimento, Lorenzo vive chiuso in casa, in una città vuota, “spettrale” come lui stesso l'ha definita. Attraverso i social, twitter in particolare, con cui cerca di tenersi in contatto e comunicare, ieri ha fatto presente, pubblicando anche una foto, che è stata aperta una mensa per aiutare gli studenti e i genitori/lavoratori del suo circondario con problemi logistici a causa del blocco stradale nel centro città. «Un aiuto – ha scritto – non da poco, specialmente per noi. La mensa viene disinfettata tre volte al giorno». Una città ferma, un paese paralizzato dall'emergenza. Rinviata a data da destinarsi anche la massima competizione sportiva cinese della League of Legends. «Non posso neanche guardare LPL per passare il tempo», ha sottolineato Lorenzo sempre su Twitter in una discussione sugli effetti a tutti i livelli del virus.
© RIPRODUZIONE RISERVATA